Sardegna

Referendum: marcia di Unidos per il No

Pili, fermiamo le scorie e gli affari di Stato

Redazione Ansa

E' partita da Decimoputzu la Marcia di Unidos per il No al referendum del prossimo 4 dicembre. Un chilometro di trattori per "dire no alle imposizioni di Stato". Il corteo ha quindi raggiunto Villacidro e poi giorno dopo giorno attraverserà tutta l'Isola. Alla prima marcia hanno aderito i comitati di lotta di Gonnosfanadiga, Guspini, Villacidro e Decimoputzu.

"Questi trattori che arano e seminano sono i nostri carri armati per difendere la Sardegna - ha detto il deputato di Unidos Mauro Pili avviando il corteo -. Oggi hanno collegato idealmente coloro che vogliono reagire e fermare le imposizioni di Stato. Con questa sottospecie di riforma costituzionale il governo potrà imporre alla Sardegna scorie nucleari e speculazioni energetiche della peggior specie, dalle distese di pannelli solari a inceneritori. Con la clausola di supremazia nazionale la già flebile specialità della Sardegna sarà cancellata per sempre".

"Questo referendum assume in Sardegna ben altre implicazioni rispetto a quelle nazionali. Qui in gioco c'è una delle conquiste storiche della regione che verrebbe cancellata senza se e senza ma", ha aggiunto Pili. La Marcia di Unidos e del Comitato Sardo per il No toccherà i punti nevralgici delle "imposizioni di Stato a partire dai terreni agricoli che il governo Renzi vorrebbe espropriare per realizzare una devastante distesa di pannelli solari nell'area tra il Campidano di Cagliari sino al Guspinese per arrivare al progetto delle scorie nucleari ad Ottana. Progetti nefasti che devono essere bloccati in ogni modo a partire dalla bocciatura di una riforma costituzionale che imporrebbe alla Sardegna attraverso la clausola di supremazia nazionale ogni possibile scempio di Stato".

Fra i partecipanti di oggi anche Giovanni Cualbu il simbolo della resistenza alle imposizioni di Stato (si è opposto all'esproprio dei terreni per la realizzazione di un impianto solare termodinamico) che ha detto: "vi fermeremo sul Flumini Mannu con tutti i trattori che abbiamo, la nostra terra non si tocca".

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