Sardegna

Vesuvius: presidio lavoratori a Roma

Azienda inglese vuol chiudere fabbriche in Sardegna e Abruzzo

Redazione Ansa

Sulla vertenza Vesuvius le parti non si incontrano: da una parte la multinazionale ribadisce le ragioni che hanno portato alla decisione di chiudere gli stabilimenti di Avezzano e Macchiareddu, dall'altra il Governo dichiara che metterà in campo qualsiasi iniziativa per fare in modo che l'azienda inglese continui a produrre in Italia, mentre per le istituzioni regionali la scelta di delocalizzare gli impianti nell'est europeo, pur continuando a vendere il prodotto in Italia, non è accettabile.

E' quanto emerge, secondo quanto riferiscono i sindacati, dall'incontro al Mise di questo pomeriggio al quale hanno partecipato il responsabile dell'Unità Gestione Vertenze, Giampiero Castano, l'assessore all'Industria della Regione Sardegna, Maria Grazia Piras, l'amministratore delegato di Vesuvius Italia, Emanuele Boccalatte, il capo del personale, Chiara Spadoni. Da parte loro, le rappresentanze sindacali territoriali e nazionali di Filctem Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil, hanno detto che non prenderanno parte ad alcun incontro sul licenziamento collettivo, scattato nelle settimane precedenti ai danni dei 186 lavoratori coinvolti, prima della conclusione delle interlocuzione del ministero con i vertici di Vesuvius.

Intanto, ha dichiarato Giampiero Scanu di Filctem, "lo stato di agitazione continua e per domani è convocata un'assemblea nello stabilimento di Macchiareddu per informare i lavoratori del vertice". Durante il tavolo di oggi il Governo ha prospettato ai rappresentanti della multinazionale tre soluzioni alternative che l'ad di Vesuvius si è riservato di trasmettere ai vertici dell'azienda.

Castano ha parlato della possibilità di tornare indietro rispetto alla decisione presa, allungare i tempi di chiusura, cedere gli stabilimenti a concorrenti, fermo restando che non è accettabile il fatto che si licenzino i lavoratori. La stessa assessora all'Industria, Piras, ha dichiarato che "la Regione è disponibile a un confronto a tutto campo purché ci sia un ripensamento da parte della Vesuvius". La posizione del Governo, comunque, è sembrata molto forte. Del resto se la multinazionale lasciasse l'Italia potrebbe avere ripercussioni: l'Ilva infatti è commissariata e il Governo potrebbe anche decidere di dirottare gli ordini ad altre aziende.

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