Sardegna

Prc fuori da maggioranza in Sardegna

Verifica non ferma fuga. Partito subito col No al referendum

Redazione Ansa

Prc fuori dalla maggioranza di centrosinistra che governa in Sardegna. Il Partito della Rifondazione comunista ha annunciato la rottura di ogni rapporto fiduciario con la Giunta di Francesco Pigliaru. Da oggi, spiegano i vertici della segreteria regionale, Prc "svilupperà la propria iniziativa politica di opposizione in ordine alle attività del Consiglio regionale e nel corpo vivo della società sarda". Prima mossa dopo lo strappo: formalizzazione dell'ingresso del partito nel "Comitato Sardegna per il no" al referendum costituzionale.

Nemmeno l'ultima verifica di maggioranza è servita a trattenere il Prc. Troppo tardi, fa sapere il segretario regionale Giovannino Deriu. Una verifica, denuncia, "impostata dal professor Pigliaru su basi fragilissime. Rifondazione Comunista si sottrae da un umiliante teatrino fatto di agende propagandistiche e di liste della spesa che nella migliore delle ipotesi possono portare ad una girandola di poltrone con un ormai tardivo e inutile rimpasto".

Ma a deludere sono stati soprattutto i risultati ottenuti finora. "Siamo ormai nella seconda metà della legislatura e non intravediamo il benché minimo segnale che vada nella direzione di uscita dal dramma che vive la nostra terra - attacca Prc - Si è totalmente smarrito il carattere di originalità e innovazione su cui si fondava la coalizione progressista e sovranista che ha vinto le elezioni nel 2014. Il livello di impopolarità raggiunto dalla Giunta regionale non ha eguali nella storia recente della nostra isola". 

DERIU ALL'ANSA, ULTIMA GOCCIA SI' PIGLIARU A REFRERENDUM - Sinistra sarda spaccata in due in Consiglio regionale, dove l'uscita del Prc dalla maggioranza di centrosinistra che sostiene la Giunta dovrebbe portare Francesco Pigliaru ad avere un voto in meno in Aula. Fabrizio Anedda, ala del gruppo in quota al Pdci, si dissocia e ribadisce il proprio sostegno al presidente della Regione, mentre Alessandro Unali, di Rifondazione, impegnato fuori sede, ancora non si è espresso.

E a chi chiede notizie su voci che vedrebbero lo stesso Unali più distante dalle posizioni del proprio partito, il segretario regionale, Giovannino Deriu, ribatte: "non ci siamo sentiti, ma finora ha versato regolarmente le quote del partito e dovrebbe uniformarsi alla decisione presa ad Oristano durante la direzione regionale".

"Finora abbiamo garantito l'appoggio esterno, ma ora basta - spiega Deriu all'ANSA - politicamente la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la presa di posizione affatto neutra del presidente Pigliaru e del suo assessore Demuro sul referendum (Prc si è schierato per il No, ndr) e visto che il governatore rappresenta la coalizione non possiamo accettare questa ulteriore prova dell'appiattimento sul governo nazionale di una Giunta solo ammantata di sovranismo e di politiche per il lavoro.

Così l'Agenzia sarda delle entrate creata è altro rispetto a quello che doveva essere - attacca il segretario - e il reddito di cittadinanza è solo una minima parte delle più ampie politiche sociali". Secondo Deriu, sono tre le grandi "delusioni" prodotte da Pigliaru: "il rapporto tra Giunta, maggioranza e partiti, messo gravemente in discussione al punto che nei vertici si parla di temi preconfezionati dall'assessore di turno, mentre la Giunta il giorno dopo decide in solitudine nomine importanti come è accaduto per la Sfirs.

Quindi il lavoro, con una riforma dei centri servizi per l'impiego che ci ha visti in netto dissenso e che serve solo ai soliti noti per fare business. Infine i trasporti: siamo stati i primi a sollevare il problema del trasporto pubblico locale che, mentre va bene nelle grandi città, mostra un Arst al collasso nei servizi e nei conti".

GIUNTA, DIVORZIO GIA' DA MESI - "Abbiamo già preso atto, da mesi, del fatto che il segretario di Rifondazione comunista non si ritrova più in questa maggioranza e con questa Giunta. Ricordiamo simili esternazioni già qualche mese fa e spiace che non si sia reso conto di quanto si sta facendo, seppur con fatica per la situazione certamente non facile, per quelle categorie che si ritengono - erroneamente - patrimonio solo di una parte".

E' la replica della Giunta di Francesco Pigliaru sull'uscita del Prc dalla maggioranza di centrosinistra. "Risolvere rapidamente i problemi dei sardi sta a cuore a tutti, nessuno escluso - fanno sapere da viale Trento - E sottrarsi al confronto in maggioranza non aiuta certamente il dialogo costruttivo".

All'Esecutivo risulta che "questa uscita non riguardi il consigliere Alessandro Unali, che ha tenuto a confermare di sentirsi in linea con la maggioranza e con la Giunta, con la quale, in tutti questi mesi, c'è sempre stato un rapporto di leale collaborazione. Né il consigliere Fabrizio Anedda che, anche per vie brevi, ha ribadito la sua autonomia e il suo pieno supporto alla coalizione e al presidente Pigliaru". "Spiace - sottolinea ancora la Giunta - che forze politiche ritornino a una idea antagonista, preferendola alle responsabilità e alle fatiche di un governo di coalizione".

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