Sardegna

Cagliari, studenti in piazza per welfare

Sit-in e corteo per chiedere istruzione e trasporti gratuiti

Redazione Ansa

Con l'arrivo di un gruppo di studenti da Sorgono, la manifestazione degli studenti a Cagliari contro la 'Buona scuola' ha acquistato più corpo attestandosi su circa 200 partecipanti. Una delegazione è stata ricevuta dall'assessore regionale dei Trasporti, Massimo Deiana, con il quale si è discusso del nuovo sistema tariffario introdotto dalla Regione a settembre e contestato dai ragazzi.

"L'attacco portato avanti con la 'Buona scuola' ha intaccato la natura pubblica, libera e critica dei luoghi della formazione, riproducendo dinamiche sociali basate su esclusione e repressione. In Sardegna la situazione e più difficile che nel resto d'Italia - osserva Francesco Sotgiu, rappresentante del coordinamento studentesco che ha promosso la protesta - ci troviamo di fronte il grande problema della dispersione alle stelle e il tessuto economico non ci permette di avanzare nella qualità della vita.

Chiediamo trasporti e istruzione gratuiti e per l'Università l'introduzione di una no tax area per i redditi inferiori a 28 mila euro". Gli studenti hanno anche espresso "solidarietà" al Comitato che ha organizzato il presidio davanti alla Prefettura in concomitanza con le audizioni della Commissione parlamentare d'inchiesta sull'uranio impoverito. "Bisogna chiudere le basi militari - chiarisce Sotgiu - finora le istituzioni non si sono esposte in maniera decisa su questo punto".

Il corteo studentesco si è poi spostato davanti all'assessorato della Pubblica Istruzione quindi sotto il Palazzo della Regione, in viale Trento, per chiudere la manifestazione. Dal presidio in piazza San Sepolcro al grido di "C'entro anche io: voci di una generazione precaria", Agnese Setti, coordinatrice di Eureka, spiega: "ci ritroviamo con un welfare studentesco sempre più scadente.

I costi dell'istruzione crescono in maniera esponenziale e questo evidenzia maggiormente il divario tra il Nord e il Sud del Paese, con un divario marcato sul fronte della dispersione scolastica. Siamo una generazione precaria - denuncia - priva di certezze sul futuro. Problema che possiamo ricollegare alla questione meridionale, che noi isolani sentiamo in maniera indiretta ma altrettanto forte".

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