Sardegna

Riformatori, più donne nelle Istituzioni

Disegno di legge in Consiglio, al via anche raccolta firme

Redazione Ansa

Arriva dai Riformatori sardi la sesta proposta di legge per introdurre nella legge elettorale statutaria della Regione Sardegna la doppia preferenza di genere. Affossata nella scorsa legislatura con il voto segreto, oggi viene riproposta insieme ad una raccolta firme per coinvolgere gli amministratori locali, le commissioni pari opportunità e i cittadini. Basti pensare che la legge nazionale in appena tre anni ha avuto l'effetto di incrementare la presenza femminile nelle istituzioni fino ad arrivare al 28%.

Il meccanismo è quello dello strumento introdotto per i Comuni con oltre 5.000 abitanti: l'elettore potrà esprimere due preferenze per una stessa lista ma, nel caso di espressione di due voti, la seconda preferenza (pena l'annullamento di quest'ultima) dovrà essere di genere diverso. Attualmente nel Consiglio regionale sardo sono state elette quattro donne su 60 consiglieri.

"Non è l'unica criticità della legge in vigore - ha spiegato Michele Cossa, firmatario insieme ad Attilio Dedoni e Luigi Crisponi della proposta di legge che verrà presa in carico dalla Commissione Autonomia -, c'è anche la mancata introduzione di una soglia di sbarramento adeguata, che ha permesso che entrassero nell'Assemblea sarda partiti irrilevanti, l'esclusione e la ridotta rappresentanza di intere aeree geografiche".

Secondo Elena Secci, coordinatrice dei Riformatori di Cagliari, "la doppia preferenza di genere rappresenta un valore aggiunto. Se poi si raggiungesse un riequilibrio lo strumento, come è accaduto in altre parti d'Europa, potrebbe essere eliminato". "Nella scorsa legislatura abbiamo assistito ad uno spettacolo indegno - ha aggiunto - sono passati anni e ancora di questa legge non si parla". Lucia Tidu della segreteria regionale: "Si tratta di una vera battaglia di civiltà che riguarda non solo le donne ma anche gli uomini e una democrazia matura deve avere delle donne che ricoprono posizioni nelle istituzioni". 
   

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