Sardegna

Renzi firma a Sassari Patto per Sardegna

All'Isola 2,9 miliardi per lo sviluppo. Opposizione attacca

Redazione Ansa

di Gian Mario Sias

Il premier Matteo Renzi e il governatore Francesco Pigliaru hanno firmato a Sassari il Patto per la Sardegna. Si tratta di un impegno formale da 2,9 miliardi di euro che da Roma arriveranno nell'Isola per aiutarla a colmare gli evidenti gap infrastrutturali che rendono ancora penalizzante l'insularità. Quando il presidente del Consiglio e il governatore si siedono uno accanto all'altro per siglare l'accordo è già tarda sera.

Renzi è arrivato a Sassari in grande ritardo, gli attori istituzionali, politici, economici e sociali della città, del territorio e di tutta la Regione l'hanno dovuto attendere per oltre tre ore nell'Aula Magna dell'Università. Niente, rispetto al fatto che "l'ultimo premier che ha fatto visita alla nostra città è stato De Gasperi", come gli ha detto il sindaco Nicola Sanna per sollevarlo dall'imbarazzo di rapportarsi con una sala provata dall'attesa. Il resto lo fanno i soldi portati nell'Isola, che strappano il plauso compatto e unanime del centrosinistra. Nella platea ci sono tutti, dai parlamentari ai consiglieri regionali, dai sindaci alle Giunte regionale e comunale. Solo qualche defezione, ma niente di politico.

Lontano da piazza Università, invece, si leva il coro di proteste del centrodestra. "È una passerella inutile", gridano i consiglieri regionali. "Si tratta dell'ennesimo intervento emergenziale pubblicizzato come una svolta - insistono - questo è un imbroglio per la Sardegna, scippata da Renzi di più di un miliardo". Al netto delle polemiche, il patto porterà 1,5 miliardi per i settori prioritari: 313 milioni e 600mila euro per la mobilità, 195 milioni per le infrastrutture sanitarie, 140 milioni 463 mila per scuola e università, 285 milioni per il sistema idrico, 180 milioni per l'ambiente e le bonifiche, 292 milioni per lo sviluppo economico, 50 milioni per turismo e cultura, 45 milioni per gli ammortizzatori 2014 e 7 milioni per la governance.

"Abbiamo consegnato al governo Renzi un dossier sull'insularità e loro hanno accolto le nostre richieste", dice Pigliaru. Poi sale in cattedra Renzi, che ricorda Segni, Cossiga e Berlinguer, cita Gramsci, loda il carattere dei sardi, assicura che la ferita del mancato G7 a La Maddalena sarà risanata, invita all'ottimismo, "che non deve essere un tabù", e assicura che "dopo anni di assegni a vuoto le cose per il Mezzogiorno stanno cambiando, i patti con i territori non sono più passerelle, ma soluzioni ai problemi reali".

Poi l'ultimo appello. "Abbiamo bisogno di istruzione e di formazione continua, abbiamo bisogno di essere portatori sani di entusiasmo. Se l'Italia smette di lamentarsi può essere protagonista in Europa e nel mondo".

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