Sardegna

Vela: Mura, giro mondo senza assistenza

Il sardo vuole battere il record di circumnavigazione del globo

Redazione Ansa

In mare come nello spazio, un po' velista un po' astronauta. Gaetano Mura descrive così l'impresa che lo attende: ad ottobre salperà dalla sua terra, da Cagliari, per battere il record nella circumnavigazione del globo in solitario, senza assistenza e senza scalo, a bordo di un Class40, barca a vela da regata di 12 metri.

"Sono contento di partire dalla mia isola, rende tutto più eccezionale. L'avventura sta per cominciare, ma è più di un anno che lavoro duro a questo progetto, che mi sto preparando - racconta il 48enne ocean racer originario di Cala Gonone -. Molti mi paragonano a un'astronauta che deve affrontare la solitudine dello spazio e le sfide di un viaggio ai limiti. E in effetti è un po' come andare nello spazio, ci si trova in un'altra dimensione. Anche io dovrò affrontare per mesi la solitudine del mare, imprevisti e difficoltà estreme. Ciascuno ha la sua storia e un sogno. Il mio sogno è quello di fare il giro del mondo, il viaggio per eccellenza per tutti i navigatori. Voglio portare a termine questa sfida in cui credo e metto tutto me stesso".

Mura si troverà per quattro mesi in mare aperto, alle prese con un'avventura al limite delle possibilità umane che punta a superare il precedente primato del cinese Guo Chuan che ha portato a termine l'impresa in 137 giorni. "Ma lui ha fatto meno miglia" precisa Mura, che punta a 'chiudere il cerchio' in quattro mesi e mezzo. Il velista sardo si cimenterà infatti con un percorso di 25mila miglia nautiche, quasi 50mila km, che si snoderà dal Mar Mediterraneo all'Oceano Atlantico fino al Capo di Buona Speranza, Cape Leeuwin (Australia) e Capo Horn.

Mari ostili, condizioni meteo estreme, al limite dei ghiacci antartici, raffiche di vento che possono superare i 100km orari e onde di oltre 10 metri faranno da sfondo a un viaggio che metterà a dura prova lo stato psicofisico di Mura, monitorato giorno dopo giorno attraverso una piattaforma informatica e seguito con sofisticate apparecchiature. "Questo non è uno sport come il calcio, dove i gladiatori sono nell'arena con tutto il pubblico. Qui una volta che prendi il mare non ti può seguire più nessuno, quindi in questo caso la tecnologia può aiutare".

E per gestire una navigazione in solitario ed indipendente Mura adotterà la tecnica dei microsonni, alternando veglie di 2 ore a sonni di 20 minuti. "Allenare il fisico è più facile che allenare la testa, ma è comunque importante farlo perché c'è un grande percorso mentale che bisogna fare, c'è molta testa nel fare una cosa del genere visto che a un certo punto si entra in una dimensione diversa - confessa Mura nella conferenza stampa di presentazione del suo 'Solo Round' che si svolgerà sotto l'egida dell'Ente nazionale italiano per il turismo e della Regione Sardegna - La mia più grande difficoltà sarà climatica perché io sono figlio del sole, e solo dopo due mesi ritroverò la luce.

La più grande paura è invece quella di non riuscire a finire, l'incubo è rompere qualcosa della barca". Ecco perché prima del record viene altro. "Si corre contro il tempo, ma la priorità è portare a termine questa impresa. Certo, se poi riesco a fare pure il record è ancora meglio, ma i fattori che possono intervenire e far andare tutto in fumo sono molti - ricorda Mura - Ma l'approccio è quello di avere la coscienza a posto fino al giorno della partenza. Da lì in poi, si può anche essere un po' fatalisti visto che non si può controllare tutto. Il mio obiettivo è quello di cercare di tenere la velocità della barca e il mio umore il più regolare possibile, sapendo che sto facendo una cosa pionieristica. Sarà un gran privilegio poter mettere in pratica un sogno del genere".

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