Sardegna

A Cagliari nave con 737 migranti

Sbarcati dalla norvegese Siem Pilot, iniziate visite mediche

Redazione Ansa

È approdata al molo merci nel porto Canale di Cagliati la nave norvegese Siem Pilot con a bordo 737 migranti soccorsi al largo delle coste libiche. E' così iniziato lo sbarco degli stranieri prima ammalati, quindi donne e bambini, e poi tutti gli altri. Sono 653 uomini, 45 donne e 39 minori. Fra le donne sette sono incinte. Non si registrano particolari criticità relative a malati o persone ferite.

La Guardia costiera sta seguendo tutte le operazioni in porto, la Prefettura in nottata ha allestito il campo per l'accoglienza con le tende per le visite mediche e le operazioni di identificazione, in parte già iniziate. Al lavoro anche la Polizia, i Carabinieri, la Protezione civile, Croce rossa italiana e volontari. Diverse le nazionalità dei migranti. I gruppi più consistenti sono: 184 del Bangkadesh, 87 Marocco, 68 Gambia, 79 Sudan e 54 Pakistan.

SALGONO A 100 MINORI SOLI SABARCATI - Sono saliti a cento, dai 39 segnalati, i minori non accompagnati sbarcati questa mattina dalla nave norvegese Siem Pilot approdata al porto canale di Cagliari con complessivamente 737 migranti. Il numero è cresciuto dopo le dichiarazioni rilasciate dagli stessi stranieri al personale di Polizia che sta lavorando per l'identificazione. Sono in corso le verifiche sulla loro esatta età.

Al termine delle operazioni e delle visite mediche inizieranno i trasferimenti nelle varie strutture di accoglienza presenti in tutto il territorio regionale. Rimarranno nel cagliaritano 350 stranieri, 96 a Nuoro, 220 a Sassari e 70 a Oristano. Le operazioni proseguiranno fino a sera.

MINORI CHIEDONO, "IN CHE CITTA' SIAMO?" - "Mi scusi ma in che città siamo?". Sono alcune delle frasi che soprattutto i minorenni rivolgono alle associazioni di volontariato che, anche oggi, li accolgono al porto di Cagliari. Ne sono sbarcati cento di ragazzini non accompagnati, anche se inizialmente ne erano stati segnalati 39.

"Il numero cresce di sbarco in sbarco - sottolinea Francesca Cadeddu, delegata di Save the children - sono quasi tutti diciassettenni. Il nostro obiettivo principale è quello di verificare l'accoglienza di questi minori che poi saranno ripartiti nei vari centri. Probabilmente li fanno partire i genitori in cerca di un futuro migliore". Capita però a volte che i bambini non abbiano genitori o parenti nel Paese d'origine. "In passato mi sono occupata di casi di bambini completamente soli al mondo - precisa Cadeddu - quando arrivano si sentono spaesati, la prima cosa che chiedono è: dove ci troviamo".

Leggi l'articolo completo su ANSA.it