Sardegna

Migranti: sindaco minaccia dimissioni

Scoppia caso nel sassarese, Comune e Prefettura ai ferri corti

Redazione Ansa

(ANSA) - SASSARI, 20 APR - "Chi dovrebbe garantire la legalità e il rispetto delle istituzioni non ha l'accortezza di avvisare prima di prendere una decisione del genere, non c'è più democrazia, mi dimetto". Rischia di diventare un caso politico-istituzionale lo scontro tra il sindaco di Santa Maria Coghinas, Pietro Carbini, e la Prefettura di Sassari sul centro di accoglienza per immigrati allestito alle porte del piccolo paese termale che sta al confine tra l'Anglona e la bassa Gallura, nel Nord Sardegna.

A mandare su tutte le furie il primo cittadino è stata la scelta fatta degli uffici della Prefettura di ospitare in un casolare di campagna, a pochi chilometri dal centro abitato, 20 dei 235 migranti sbarcati a Cagliari nei giorni scorsi a bordo della petroliera greca "Rizopon". Una scelta che Carbini critica nel metodo e nel merito. "Non ci hanno avvisato, io non ne sapevo nulla, non è stato concordato alcunché - accusa - quando i miei concittadini mi hanno chiesto conto di quanto stesse succedendo, mi sono sentito umiliato all'idea di dover spiegare che non ne sapevo niente".

Il primo cittadino ha da ridire anche nel merito della scelta. "La struttura non è in condizioni idonee per quello scopo, nel bisogno uno si adatta a tutto - spiega - ma non si possono ospitare 21 persone in 3 stanze, costringendole a fare la doccia in un bagno dove non c'è il placcaggio e a mangiare su dei tavoloni allestiti alla meglio".

Perché l'accoglienza sia efficiente, suggerisce Carbini, "sarebbe preferibile una struttura che consenta di evitare condizioni di sovraffollamento e che sia dotata di condotta idrica e condotta fognaria, come in ogni posto normale, come merita ogni cittadino". Telegrafica ma perentoria la replica della Prefettura. "Il Comune di Santa Maria Coghinas è stato informato via mail, e quella struttura ha un regolare certificato di agibilità", fanno sapere dagli uffici di piazza d'Italia. Il casolare è della famiglia Carboni - proprietaria della Florgarden, una delle società leader del mercato florovivaistico sardo - ed è attigua alle serre dell'azienda. Tra i 20 ospiti, ci sono anche dei minori.

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