Sardegna

Cagliari,protesta migranti 'No impronte'

Molti giovani eritrei e somali cercano anche di bloccare strada

Redazione Ansa

(ANSA) - CAGLIARI, 25 MAR - Si è conclusa la protesta degli oltre 200 migranti che questa mattina hanno lasciato l'albergo alle porte di Cagliari, in cui erano ospitati, per scendere in strada, bloccando a tratti il traffico all'altezza della rotonda di via Cadello e nella zona di via Santa Maria Chiara. Alcuni di loro a pranzo hanno anche attuato lo sciopero della fame.

Ora sono rientrati in hotel, pronti però a riscendere in piazza: vogliono lasciare subito la Sardegna e non intendono farsi prendere le impronte digitali per paura di dover restare in Italia e non potersi ricongiungere con i parenti in altri paesi europei.

A lungo i mediatori e le forze dell'ordine hanno tentato di convincere i migranti a desistere. Le nuove norme entrate in vigore ad ottobre del 2015, è stato loro spiegato, prevedono infatti i ricongiungimenti familiari anche per chi lascia le impronte per farsi identificare, gli altri devono attendere le aperture delle quote nei vari Stati europei indicati come destinazione finale. Ma i profughi non si fidano: con le impronte prese, dicono, resteremo bloccati in Italia.

CENTRODESTRA ATTACCA, NON ISOLA PER PROFUGHI - "Non si fanno identificare, eppure sono liberi di circolare e creare problemi di ordine pubblico, proprio loro che nemmeno vogliono restare in Sardegna. Davvero troppo a pochissimi giorni dai fatti di Bruxelles". E ancora: "Basta clandestini, questa non è un'Isola per profughi o presunti tali". E' il tenore delle reazioni politiche di partiti e movimenti, per lo più di centrodestra, rispetto alla protesta di questa mattina a Cagliari di 200 migranti ospiti di un centro di accoglienza a Pirri.

"La prova certificata del fallimento del modello di accoglienza promosso dal governo Renzi", attacca il portavoce di Fratelli d'Italia, Salvatore Deidda. "Questa non è solidarietà - commenta il candidato sindaco di Cagliari, Piergiorgio Massidda - 260 immigrati scaricati nel centro della città all'ex Motel Agip non vogliono essere identificati creando disordini. Alla faccia dell'innalzamento del livello di sicurezza legato al terrorismo". "Se vengono in pace, non vedo perché non dovrebbero farsi prendere le impronte digitali: siamo per la piena accoglienza, ma per chi rispetta noi e le nostre leggi", dice il segretario dell'Idv, Ignazio Messina.

"Lo Stato si faccia carico dei nuovi clandestini senza scaricarli nella nostra Isola", tagliano corto i portavoce di Noi con Salvini, mentre Casa Pound chiede al Prefetto Perrotta di "farla finita con il mantra dell'accoglienza indiscriminata degli stranieri" e invita, piuttosto, a "risolvere l'emergenza abitativa di tantissimi sardi".

Infine il consigliere regionale del Psd'Az, Marcello Orrù, se la prende con l'assessore alla Cultura, Claudia Firino, colpevole di "aver strumentalizzato una festa del popolo sardo come Sa die de Sa Sardinia (dedicata quest'anno al tema dell'integrazione, ndr) per le sue campagne a favore dell'immigrazione clandestina, proprio oggi che 260 migranti hanno creato disordine".

SINDACATI AUTONOMI POLIZIA, COSI' NON VA - "Tre presunti scafisti rimessi subito in libertà, quattrocento casi di scabbia, di molti dei quali si è persa traccia: ecco il risultato della gestione dell'ultimo sbarco di 667 immigrati a Cagliari". La denuncia arriva da Franco Maccari, segretario generale del Coisp, sindacato indipendente di polizia. "Dei 667 solo nove hanno accettato di farsi fotosegnalare, inoltre non è stato convalidato l'arresto di tre identificati come scafisti perché sarebbero stati indicati come tali solo da cinque persone", spiega.

Tutto questo accade, denuncia il sindacalista, "nonostante nei mesi scorsi il ministro dell'Interno dicesse che tutto funzionava". Quanto ai 400 casi di scabbia, "dopo una prima suddivisione fra chi appariva contagiato e i pochi altri rimasti, e dopo che in massa si sono rifiutati di farsi identificare, sono stati fatti salire sugli autobus, malati o sani che fossero, e condotti nelle diverse province e poi accolti in strutture da cui la maggior parte si è subito allontanato scomparendo nel nulla". Ora, incalza Maccari, "Alfano e il capo della polizia Pansa ci dicano: cosa avremmo dovuto fare per garantire la sicurezza dei sardi? Fotosegnalare i migranti con la forza? E con quali presidi a tutela della nostra salute?".

Sulla stessa linea Luca Agati, del sindacato Sap. "Gli stranieri identificati sono pochissimi - conferma - questo vuol dire che allo stato attuale ci sono centinaia di fantasmi che circolano indisturbati per la Sardegna". E Massimo Zucconi Martelli, del Siap, rincara: "siamo alle solite. I migranti usano l'Italia come ponte per raggiungere altri Paesi, e la Sardegna, in quanto isola, rappresenta per loro un ostacolo, alimenta la frustrazione che si traduce in manifestazioni come quella di oggi a Cagliari".

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