Sardegna

Due mamme e 3 figlie,amore senza diritti

San Valentino speciale per una famiglia che si sente 'normale'

Redazione Ansa

di Maria Grazia Marilotti

Silvia, Fabiana, Federica, Sara e Viola. Due mamme e tre figlie in una famiglia senza diritti nell'area urbana di Cagliari. E' la storia di una coppia di donne che si amano e hanno formato un nucleo familiare con tanto di prole. Tre stupende figlie: Federica, 14 anni, nata da un precedente matrimonio di una delle madri, Sara, 5, e Viola, un anno, concepite attraverso l'inseminazione artificiale all'estero. E poi c'è Milo, un meticcio preso in adozione dal canile.

Quella di Silvia e Fabiana è una storia d'amore con la A maiuscola. Per loro un San Valentino speciale, in una famiglia che lotta da sempre contro i pregiudizi ma che si sente davvero 'normale'. L'affetto è palpabile da mille sfumature, i gesti, gli sguardi, l'attenzione e la cura verso le bambine, la dolcezza, il calore degli abbracci spontanei. Per difendere questo nido d'amore la battaglia per i diritti civili è quotidiana. Silvia e Fabiana sono attiviste nell'associazione Famiglie Arcobaleno, che riunisce famiglie con genitori e aspiranti genitori omosessuali.

Non è un problema per loro esporsi per rivendicare il diritto all'amore ed ad avere una famiglia. "Ma per le nostre figlie la questione é più delicata. Vanno tutelate dai luoghi comuni e da tabù di cui la nostra società è impregnata", confessa Silvia, ricercatrice. "La nostra vita è un continuo coming out - spiega Fabiana, contabile - a scuola, in famiglia, al parco giochi, in ospedale, al lavoro, con gli amici". All'ora di cena Fabiana rientra dall'ufficio, dà un bacio a Silvia, Federica e alla piccola Viola che la accoglie con grandi sorrisi tra una cucchiaiata e l'altra della pappa preparata da mamma Silvia.

Sara sembra una bambolina con quegli occhioni neri, le va incontro e la abbraccia, poi in attesa della cena torna al suo gioco preferito, il disegno e le sue matite colorate. Un quadretto familiare felice. Ma la loro quotidianità non è in discesa. La strada è anche tortuosa e ripida. "La nostra famiglia non ha nemmeno un quarto dei diritti delle famiglie di eterosessuali - denunciano - a ogni piè sospinto ci vogliono deleghe e autorizzazioni, per andare a prendere a scuola le bambine, stare accanto alla propria compagna in ospedale e così via", racconta Silvia.

Ha ben impressi nella mente i momenti prima della venuta al mondo di Viola, la difficoltà di poter stare accanto a Fabiana e sostenerla, l'emozione, la paura e poi il pianto liberatorio di gioia. "Ero terrorizzata all'idea che se fosse successo qualcosa a Fabiana, nostra figlia sarebbe potuta essere data magari in adozione, non essendo io la mamma biologica". Attorno a Fabiana, Silvia, Federica, Sara e Viola ci sono anche affetti, piena comprensione e sostegno da parte della famiglia, colleghi, amici, in ospedale, a scuola. "Alle bambine abbiamo raccontato fin dall'inizio come sono venute al mondo e loro raccontano con chiarezza la loro famiglia 'Arcobaleno'.

Siamo grate a maestre e dirigente scolastica per il sostegno", spiega Fabiana. E Silvia aggiunge: "Le insegnanti senza alimentare pregiudizi e discriminazioni davanti alle incuriosite domande di un bambino, sono in grado in classe di spiegare serenamente e con supporto didattico come possano esistere due mamme in una stessa famiglia". "Il vuoto legislativo - sottolinea ancora Silvia - non ci impedisce di poter vivere alla luce del sole questa felicità. Il problema è la mancanza di tutele legali per la nostre bambine. La società civile spesso lo riempie quel vuoto, con umanità, buonsenso e competenza. E' tanto, ma non basta. C'è bisogno di certezze e diritti uguali per tutti, perché, come dice lo slogan della nostra associazione, 'è l'amore che crea la famiglia'".
   

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