Sardegna

Energia: ridurre emissioni 50% nel 2030

Ecco il Piano: metano, efficientamento e reti intelligenti

Redazione Ansa

(ANSA) - CAGLIARI, 28 GEN - E' ambizioso l'obiettivo del nuovo Piano energetico regionale adottato oggi dalla Giunta Pigliaru e che ora andrà a valutazione ambientale strategica: ridurre del 50% le emissioni di anidride carbonica - CO2 - e quindi gli effetti di gas dannosi per il clima entro 2030, allineandosi al Comitato delle Regioni mentre l'Europa punta ad un taglio del 40%. Per fare questo servirà far arrivare almeno 600 milioni di metri cubi metano in Sardegna, creare reti intelligenti, efficientare il sistema e ridurre i consumi di energia elettrica, termica e associata ai trasporti.

Il Piano è stato presentato dal presidente Francesco Pigliaru e dagli assessori dell'Industria e dell'Ambiente, Maria Grazia Piras e Donatella Spano. Attualmente sono disponibili 150 milioni di euro nelle varie misure del Por 2014-2020 per l'efficientamento energetico, altrettanti sul Fondo sviluppo e coesione e 1,250 miliardi per il metano (cifra che dovrà essere prevista nell'accordo con il Governo sulla metanizzazione dell'Isola).

Nel Piano sono previste un centinaio di azioni strategiche e attuative tra le quali l'installazione di colonnine per la ricarica delle auto elettriche sulla statale 131, la sperimentazione di reti intelligenti a Berchidda, Benetutti e in un'isola minore, l'efficientamento energetico negli edifici pubblici, nelle imprese e negli edifici privati. Poi c'è l'efficientamento sul sistema idrico integrato e la prescrizione del 50% di autoproduzione per gli impianti di produzione rinnovabile. Occorre quindi passare da una visione basata sulla produzione di energia a quella fondata sul consumo.

Oggi in Sardegna si producono 12 TWh, se ne consumano otto e se ne esportano quattro: quasi il 52% di energia primaria viene da fonti fossili a base di olio combustibile, il 24% a carbone e il 24% dalle rinnovabili. "Stiamo lanciando il cuore oltre l'ostacolo prevedendo una produzione più legata alla domanda locale e a costi più bassi - ha spiegato Pigliaru - in questo momento parlare di energia vuol dire parlare di una visione dello sviluppo. Abbiamo lavorato molto sulle questioni che negli ultimi mesi sono cambiate, allineandoci a quello che si sta facendo in Europa".

"Se non ci attrezziamo ci potrebbero essere costi superiori - ha spiegato l'assessore Piras - visto che in Europa si sta pensando ad un aumento della carbon tax che potrebbe rendere non più conveniente la produzione da olio combustibile e quindi portare alla chiusura le centrali sarde".
   

PIGLIARU, METANIZZAZIONE DENTRO PATTO SARDEGNA - All'interno del patto per la Sardegna una parte importante riguarda la questione energetica e l'arrivo del metano nell'Isola. "Stiamo chiedendo al Governo che si impegni a definire l'obiettivo e poi arriveremo allo strumento - ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru durante la presentazione del piano energetico regionale adottato oggi dalla Giunta - La Sardegna ha diritto alla disponibilità di metano senza rischi legati all'approvvigionamento e a condizioni di prezzo analoghi a quelli delle altre regioni collegate alla rete nazionale".

Quanto alle modalità di fornitura del gas naturale, in campo ci sono due ipotesi: tubo sottomarino dalla Penisola e/o depositi costieri. "Non siamo tifosi del tubo o del Gnl, il gas naturale liquido - ha precisato Pigliaru - guardiamo con attenzione all'obiettivo e chiediamo la garanzia del Governo, e Palazzo Chigi è interessato a questa clausola, contro le eventuali oscillazioni di prezzo o posizioni dominanti. Noi crediamo che debba essere garantita la concorrenza e una distribuzione omogenea in tutta l'Isola, è necessario quindi la dorsale interna".

Attualmente, da una prima analisi del Mise, per portare il tubo servirebbero circa 4 anni: "mi sembra una situazione migliore di quando si aspettava il Galsi", ha chiosato Pigliaru a proposito del naufragio del progetto di metanodotto Italia-Algeria.

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