Sardegna

Indipendentista, sardi bassi? Ma quali geni è colpa malaria

Dall'alto del suo metro e 88 Doddore Meloni contesta studio

Redazione Ansa

(ANSA) - ORISTANO, 15 SET - "Ma quale Dna e quali varianti genetiche, se i sardi sono bassi è tutta colpa della malaria". Dall'alto del suo metro e 88 il "sardissimo" presidente del movimento indipendentista Meris, Doddore Meloni, contesta con decisione le tesi dei ricercatori del gruppo SardiNia pubblicate dalla rivista scientifica internazionale Nature Genetics. "I dati scientifici - spiega Meloni - ci dicono che l'altezza media dei sardi al tempo dei nuraghi era di un metro e 66 e questo significa che nuragici alti un metro e 80 o anche un metro e 90 non erano certo un fatto straordinario". A cambiare le carte in tavola, secondo l'indipendentista, fu la malattia della malaria, portata dai Cartaginesi. "Non può essere certo un caso - argomenta - se dopo le campagne antimalariche finanziate nel dopoguerra dalla Fondazione Rockefeller, i sardi hanno ricominciato a crescere". A conferma delle sua tesi, Meloni cita dati dell'Organizzazione mondiale della Sanità e delle visite di leva degli ultimi 70 anni secondo i quali l'altezza media dei sardi è cresciuta di 1,13 centimetri ogni dieci anni contro una media di 1,6 centimetri del resto degli italiani.

SCOPERTO IL GENE DELLA BASSA STATURA - La mappa del Dna di 6.600 sardi ha permesso di identificare i geni collegati alla bassa statura e al rischio di malattie cardiache. La scoperta si deve allo studio coordinato da Francesco Cucca, che dirige l'Istituto di Genetica e Ricerca Biomedica del Consiglio delle Ricerche (Irgb-Cnr), e insegna genetica all'università di Sassari. Il risultato, pubblicato in ben tre articoli sulla rivista Nature Genetics, apre la strada a futuri studi per mettere a punto nuove terapie contro le malattie cardiache e alcuni tipi di anemie. Condotte sulle persone che vivono in quattro paesi dell'Ogliastra, le ricerche hanno identificato infatti anche i geni responsabili della regolazione dell'emoglobina, che trasporta l'ossigeno nel sangue, la cui carenza è responsabile di alcune anemie ereditarie.

''Comprendere come funziona il Dna ci permette in futuro di modificare alcune proteine governate dai geni nella direzione voluta'' dice all'Ansa Cucca. In particolare sono state identificate due varianti genetiche in grado di ridurre rispettivamente l'altezza di circa 4 e 2 centimetri. Secondo i ricercatori la presenza di questi geni non sarebbe casuale e indicherebbe un vantaggio selettivo per la bassa statura nei sardi, che rappresenta il primo esempio nella specie umana del già noto 'effetto isola', secondo cui i mammiferi tendono a diventare più piccoli dopo centinaia di generazioni trascorse in ambiente insulare. Sono stati poi scoperti due nuovi geni associati con i livelli di colesterolo e cinque associati con alcune molecole che segnalano la presenza di infiammazioni, tutti collegati al rischio di malattie cardiovascolari e infiammatorie. La popolazione sarda, rilevano Cucca, è l'ideale per questo tipo di studi perchè a causa della sua storia (vi sono stati più flussi immigratori di popoli da cui discendono gli attuali europei) fornisce un'eccellente rappresentazione della variabilità genetica presente in tutta Europa. Il risultato è frutto del progetto SardiNIA, fondato nel 2001 dal genetista Giuseppe Pilia prematuramente scomparso nel 2005, e i avvale di importanti collaborazioni internazionali, fra cui il National Institutes of Health (NIH) che finanzia da 15 anni il progetto.
   

UOMINI E ANIMALI BASSI, DNA COMUNE IN TUTTE LE ISOLE - Bassa statura? Non solo l'uomo e non solo in Sardegna: è una caratteristica di tutte le isole. E riguarda anche certe specie di animali. Ad esempio il cavallino della Giara, altopiano del Medio Campidano. "La presenza dei geni che riducono l'altezza - spiega Francesco Cucca, professore di genetica dell'Università di Sassari e direttore dell'Istituto di Genetica e Ricerca Biomedica del Consiglio delle Ricerche (Irgb-Cnr) - è tipica dei grandi mammiferi delle isole". Una teoria tipicamente darwiniana. "Si presuppone - sottolinea il ricercatore che ha coordinato lo studio pubblicato su Nature Genetics - che la mancanza di centimetri, in un contesto ambientale caratterizzato da risorse limitate, riuscisse a garantire maggiori probabilità di sopravvivenza". La ricerca ha riguardato la vallata di Lanusei, in Ogliastra: oltre l'omonimo paese ci sono anche Elini, Arzana e Ilbono.

"La popolazione sarda ha caratteristiche che costituiscono terreno fertile per le analisi genetiche - continua Cucca - La prima è la distribuzione relativamente omogenea della variabilità genetica in differenti aree dell'isola. Inoltre per via della sua antica e complessa storia demografica, in Sardegna si trovano varianti genetiche molto rare altrove. Questo consente di valutare con più precisione i loro effetti sui parametri esaminati. Al tempo stesso quella sarda è una popolazione che fornisce un'eccellente rappresentazione della variabilità genetica trovata nell'intera Europa". "Per questi motivi - argomenta il docente - molte delle correlazioni tra geni e malattie e tra geni e variabili misurabili come l'altezza, o i livelli ematici di lipidi ed emoglobina, inizialmente rilevate nei sardi, vengono poi replicate attraverso studi mirati in altre popolazioni europee". Non solo altezza: le scoperte dello staff di studiosi potrebbero avere implicazioni importanti nello sviluppo delle terapie sulla talassemia, patologia molto diffusa in Sardegna.

"Nello studio sull'emoglobina - precisa Cucca - per quanto riguarda i prodotti dei geni si possono individuare possibili bersagli della terapia. Ci vorrà del tempo, è vero, ma sicuramente la strada è aperta". Possibili sviluppi anche per il terzo studio pubblicato su Nature Genetics. "Le infiammazioni che possono essere in qualche modo anche utili, possono avere implicazioni gravi ad esempio in campo cardiovascolare - afferma il ricercatore - Ecco, anche in questo caso il nostro studio approfondisce i meccanismi che stanno alla base. Consentendo di avere una conoscenza più ampia per studiare le eventuali contromisure".

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