Sardegna

Basket: Sardara,Sacchetti non si discute

Per il presidente il dopo-scudetto di Sassari è già tracciato

Redazione Ansa

(di Gian Mario Sias)
(ANSA) - SASSARI, 29 GIU - Il passato è un ciclo straordinario, il presente un'emozione indescrivibile. Ma da oggi, dopo lo scudetto, il Banco di Sardegna che guarda al futuro può sognare in grande. Con un imperativo categorico: trattenere a ogni costo Meo Sacchetti, il "coach dei miracoli". In cinque anni l'allenatore ha trascinato la Dinamo dalla Legadue allo storico "triplete" di quest'anno: Supercoppa, Coppa Italia e scudetto. A fissare il primo tassello del nuovo progetto tecnico è il presidente Stefano Sardara. "Meo ha tre ulteriori anni di contratto e non è in discussione" ha detto all'ANSA. Fine della storia? Fino a un certo punto se è vero, com'è vero, che Sacchetti è stato molto vicino a Varese e che, anche se il trionfo nei playoff, culminato con la vittoria in gara-7 a Reggio Emilia, ha messo tutti d'accordo, ha ammesso di sentirsi in discussione, confidando che alla Dinamo rimarrebbe volentieri, ma che non dipende da lui. Adesso Sardara stoppa ogni dubbio. "Quando ho parlato della fine di un ciclo mi riferivo a quello aziendale e non a quello sportivo" precisa. Sinora la sua lungimiranza è stata ripagata, oggi Sassari è al top del basket italiano grazie a lui. Ma vorrebbe anche lasciare in eredità qualcosa di solido, al di là della sua permanenza al timone di un "giocattolo" del quale, per il momento, non sembra comunque essersi stancato. "Ora parte il ciclo del consolidamento, che punta a rendere stabile il nostro posizionamento". "Ci siamo parlati, ci siamo spiegati perché è giusto spiegarsi, e perché erano successe delle cose particolari. E' giusto che uno tiri fuori tutto quello che ha. Ce lo siamo tirati fuori a vicenda, poi andiamo avanti così. E' tutto". Sacchetti ha di fatto confermato che sarà l'allenatore del Banco anche nella prossima stagione. Ma ha sottolineato anche che la sua permanenza a Sassari è sicura "fino alla prossima critica che arriverà, dal prossimo anno. Tanto sono sei anni che come perdiamo due o tre partite viene fuori la critica, ma questo è il ruolo dell'allenatore. L'allenatore è come un dirigente, è pagato per prendere critiche, e anche per essere licenziato". Fare meglio di quest'anno sarà dura, e anche ripetersi non sarà semplice. Si lavora per evitare che questa stagione rimanga un'esperienza isolata, a cominciare dal lavoro fuori dal campo. Ma occorre pensare anche al parquet. L'idea dell'ultima ora è la conferma di Dyson e Logan, che sino a poche ora fa sembrava impossibile. Ma per conferme in questo senso c'è bisogno di un po' più di tempo. (ANSA).

Leggi l'articolo completo su ANSA.it