(ANSA) - CAGLIARI, 20 MAR - "Un nuovo Statuto come un
rinnovato patto che coinvolge in responsabilità comuni lo Stato
e la Regione, perché la fase difficile che il Paese sta
attraversando non può giustificare in alcun modo il superamento
dell'autonomia e della specialità". Così il presidente del
Consiglio regionale della Sardegna, Gianfranco Ganau, ha
ricordato alla presidente della Camera, Laura Boldrini, le
ragioni dell'autonomia dell'Isola.
"Da anni il dibattito regionale evidenzia l'insufficienza
dello Statuto del 1948, sia per il suo carattere riduttivo
originario, sia per il quadro delle funzioni oggi inadeguato
rispetto agli obiettivi - ha sottolineato - Insufficienza che
non significa necessità di superamento ma richiesta di maggiori
poteri e maggiore autonomia perché è comune e ribadita la
convinzione che le ragioni della specialità permangano e siano
anzi rafforzate, necessitando oggi come ieri di politiche con
forte accentuazione regionale".
Secondo il presidente dell'Assemblea sarda, "il rapporto
univoco e bilaterale tra la Sardegna e lo Stato, che ha
dimostrato tutta la sua debolezza fin delle origini, ha visto la
regione impegnata in un combattimento impari che l'ha isolata
nei confronti del movimento regionale complessivo e che ha
prodotto un ritardo culturale e istituzionale, depotenziando
l'autonomia effettiva".
Ganau ha sollecitato "politiche e dunque poteri con finalità
di compensazione, ad esempio per il superamento dei limiti
dell'insularità, politiche attive specifiche, dal momento che
l'Isola nonostante abbia l'indice infrastrutturale delle
ferrovie più basso d'Italia, è di fatto esclusa dai grandi
progetti (spesso a dimensione europea) che passano per il
Continente; poteri autonomi di organizzazione e diffusione dei
servizi nel territorio che considerino i caratteri geografici e
la scarsa densità della popolazione. Poteri con finalità di
tutela e valorizzazione legati alle identità linguistica e
culturale e alla specificità del territorio e dell'ambiente".
Infine il presidente del Consiglio sottolinea che "la
Sardegna, che non si è mai sottratta ai suoi doveri di
solidarietà nei confronti del Paese chiede oggi, come 66 anni
fa, una reale integrazione economica e sociale, una reale
integrazione politica e istituzionale e il rispetto
dell'identità etnico-linquistica, culturale, insomma nazionale.
Perché il principio di solidarietà non può essere applicato in
senso unilaterale. Non è più sostenibile - ha concluso Ganau -
che la Sardegna sopporti il 61% per cento delle servitù
militari, o che si pensi alla Sardegna come al più vasto carcere
d'Italia o come deposito di scorie nucleari; non è più
tollerabile il ricatto che da decenni mette in contrapposizione
tra loro diritti costituzionali inalienabili, come quelli al
lavoro, alla salute e ad un ambiente salubre, né che la Sardegna
abbia una percentuale di disoccupazione giovanile del 54,2% e di
disoccupazione femminile del 57%". (ANSA).
Sardegna: Ganau, nuovo Statuto come patto con lo Stato
Insufficiente Carta 1948, ora più poteri e autonomia