Sardegna

Minatori barricati a Lula: appello a Pigliaru, "intervenga"

Redazione Ansa

(ANSA) - NUORO, 31 OTT - "La notte in miniera è stata un po' avventurosa: qui c'è molto freddo e uno dei nostri colleghi si è sentito male, aveva mal di testa e capogiri. Si è ripreso quando di mattina sono arrivati i colleghi con bevande calde e la solidarietà di molta gente". Così ha detto all'ANSA, attraverso il telefono collegato con la galleria della miniera, uno dei sette minatori dell'Igea da ieri asserragliati nel pozzo di Sos Enattos a Lula a 80 metri di profondità, da dove ha lanciato anche un accorato appello al governatore Francesco Pigliaru.
    "Niente nomi - ha tenuto a precisare la voce che arriva dal pozzo, ma sappiamo che ha 50 anni, vive a Lula, è sposato e ha figli - qui siamo tutti minatori e chi parla, parla per tutti".
    I dipendenti dell'Igea (la società in house della Regione e titolare delle concessioni minerarie) non percepiscono lo stipendio da cinque mesi e non hanno certezze sul loro futuro: "Il presidente Cappellacci ci ha pugnalato alle spalle, affidando a società private i lavori delle bonifiche, che spettano invece ai minatori Igea - ha spiegato l'operaio-. La nostra salvezza sta nelle bonifiche dei siti, se ci tolgono quelle abbiamo perso tutto". Ma il governo Pigliaru, secondo il minatore di Lula, non sta facendo meglio: "Questa Giunta sta portando avanti quel progetto, ma resisteremo qui sotto anche a lungo. Fino a martedì prossimo quando ci sarà l'incontro all' assessorato regionale dell'Industria resteremo calmi dentro i pozzi, ma se quel giorno non ci saranno risposte la protesta diventerà esplosiva". Infine un messaggio-appello al presidente della Regione Pigliaru perché intervenga: "Io presidente l'ho votata, perché in campagna elettorale ha parlato di istruzione, salvezza di posti di lavoro e creazione di nuova occupazione.
    Ebbene io da questa Giunta sto vedendo silenzio mentre le cose vanno a rotoli: in questa parte della Sardegna per i ragazzi è difficile studiare, i posti di lavoro li stiamo perdendo. Ogni giorno in provincia di Nuoro chiude un'azienda. Signor presidente da parte nostra le comunichiamo che non vogliamo ammortizzatori sociali, noi vogliamo solo lavorare e sudare il pane che portiamo a casa. Solo così potremmo avere ancora uno scopo nella vita e conservare la nostra dignità". (ANSA).
   

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