Sardegna

Prof a luci rosse, sospeso doveva rientrare ottobre

Preside, scuola denunciò 3 anni fa. Clima pesante, ora serenità

Antonio Piredda, il preside della scuola del prof a luci rosse

Redazione Ansa

(ANSA) - CAGLIARI, 17 SET - Il suono della campanella, l'ingresso degli oltre 1.500 studenti dell'istituto in cui lavorava il professore di matematica finito agli arresti domiciliari per i ricatti sessuali alle alunne, e la chiusura delle porte non ha gettato alle spalle dei ragazzi e dei docenti l'amarezza per una vicenda pesante che ha fatto vivere per lungo tempo momenti difficili tra i corridoi e le aule.
    In molti tra genitori, studenti e professori sapevano, in tanti si aspettavano che prima o poi qualche cosa sarebbe successa. Primo fra tutti il dirigente scolastico Antonio Piredda, che aveva denunciato i problemi già tre anni fa. "La scuola è intervenuta subito, prima dei genitori e prima degli stessi studenti segnalando a chi di dovere quello che stava accadendo - ha chiarito il preside - Quando c'è il coinvolgimento dei minori non solo il dirigente scolastico ma chiunque ha l'obbligo di segnalare anche solo voci e così abbiamo fatto, poi se avvengono episodi più gravi si usano tutti gli strumenti in mano all'istituzione per frenarli".
    Proprio dalla scuola è partito l'esposto alla Procura di Cagliari che ha messo in moto la macchina investigativa e dallo stesso preside sono partite le relazioni che hanno portato alle tre sospensioni per Marcello Melis, l'ultima delle quali sarebbe terminata il 6 ottobre prossimo, e alle due ispezioni ministeriali. "Abbiamo pensato prima di tutto ai ragazzi, ai minorenni - ha sottolineato ancora Piredda - cercando di tutelarli. Non abbiamo aspettato nessuno. Adesso sarà difficile ristabilire un clima di serenità nella scuola per poter procedere nel lavoro come sempre".
    Durante l'intervallo qualche studentessa si lascia scappare un commento: "E' stato un mio professore - racconta - sapevo quali erano le voci che circolavano nella scuola ma con me si è sempre comportato bene". Tra i genitori degli studenti, all'uscita dell'istituto, c'è preoccupazione ma allo stesso tempo fiducia nei docenti e nella magistratura. "Ne avevo parlato con mia figlia - spiega un papà - sapevo delle voci sul professore, ma lei mi assicurò che non le aveva mai fatto una avance o un commento sconcio. Certo, se le accuse sono vere forse bisognava agire prima". La mamma di una ragazzina al primo anno non ha avuto paura di iscrivere la figlia in quell'istituto. "Sì, le voci le avevo sentite - ammette - sapevo di questo professore, ma ho fiducia nella scuola e sono sicura che cose di questo genere non accadranno mai più". (ANSA).
   

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