Sardegna

Abusivismo: ruspe lasciano La Maddalena ma resta la rabbia

Finita nel caos 1/a tranche demolizioni case disposte dalla Procura

Redazione Ansa

Sei case abbattute, numerose le porzioni di abitazioni demolite dalle ruspe, due provvedimenti di sospensione delle demolizione emessi dal giudice ma una casa demolita lo stesso.

E' finita nel caos - tra scontri con le forze dell'ordine e gli appelli del vescovo di Tempio e del Comune di La Maddalena a fermare le ruspe - la prima tranche di demolizioni disposte dalla Procura della Repubblica di Tempio Pausania, che ha portato nell'isola del mancato G8 rabbia e disperazione tra chi ha perso tutto, ma anche spaesamento, tra chi non riesce a trovare risposte, tanto da spingere il sindaco Angelo Comiti ad affermare che "a La Maddalena lo Stato mostra il suo volto più cattivo, in un'isola che gli offre ben altri spunti di riflessione", come ad esempio i lavori mai conclusi del G8 del 2009 - poi trasferito a L'Aquila - che avrebbero dovuto risollevare l'economia di una cittadina ormai in ginocchio.

Quello avviato nell'isola di La Maddalena è però un'azione che preannuncia il pugno duro della Procura gallurese contro l'abusivismo, soprattutto in quelle aree di particolare pregio ambientale, come la Costa Smeralda, Arzachena, Olbia, dove sarebbero già stati individuati un centinaio di abusi sparsi nel territorio. A La Maddalena l'intervento di demolizione è iniziato lunedì.

E sono stati tre giorni di altissima tensione, con i cittadini in prima fila per difendere le proprie case. Hanno fatto resistenza passiva, si sono sdraiati per terra per non far passare le ruspe e ci sono stati anche feriti negli scontri con le forze dell'ordine. Le ruspe hanno avviato il programma di abbattimento che prevede la demolizione di 35 tra case e altre strutture abusive, tutte opere sul quale gravano sentenze passate in giudicato (si tratta principalmente di abitazioni o manufatti non sanabili).

Un intervento che ha visto scendere in piazza non solo i maddalenini, ma anche il Consiglio Comunale - che ieri si è riunito in seduta straordinaria proprio dove manifestava la gente per chiedere alla Procura di Tempio la sospensione delle demolizioni - ed il vescovo di Tempio Ampurias, mons. Sebastiano Sanguinetti, che ha ricordato alla magistratura come "un eccesso di giustizia" a volte possa tradursi "in massima ingiustizia". 

Leggi l'articolo completo su ANSA.it