Puglia

Francesca Coin vince il premio Leogrande 2024

Oggi la proclamazione al teatro Fusco di Taranto

Redazione Ansa

Francesca Coin con il libro "Le grandi dimissioni' (Einaudi) ha vinto il premio di giornalismo narrativo Alessandro Leogrande 2024. Questa sera la proclamazione durante una cerimonia al teatro Fusco di Taranto.
    Gli altri titolo in gara erano 'Uppa' di Piergiorgio Casotti (Italo Svevo), 'Primavera ambientale' di Ferdinando Cotugno (Il Margine), 'Un autunno d'agosto' di Agnese Pini (Chiarelettere) e 'Mal di Libia' di Nancy Porsia (Bompiani).
    Il Premio è ideato e organizzato dall'associazione Presìdi del libro con il sostegno della Regione Puglia e di Edison Next, e con lo scopo di tenere viva la passione e il ricordo di Alessandro Leogrande, giornalista e scrittore prematuramente scomparso, che ha dedicato gran parte del suo lavoro proprio ad occuparsi di temi civili ambientali e sociali, legati al territorio che lo ha visto nascere, la città di Taranto appunto, per poi estendere lo sguardo dall'Africa ai Balcani, fino ad abbracciare il mondo intero.
    Dopo aver ascoltato le interviste ai cinque finalisti, condotte da Giorgio Zanchini, sono stati conferiti i riconiscimenti della VIII edizione. Le scuole che hanno aderito al progetto "Raccontami il giornalismo" hanno prodotto un'inchiesta/reportage narrativo dopo aver seguito una masterclass di Annalisa Camilli, che ha decretato come lavoro migliore quello del liceo De Sanctis Galilei di Manduria con l'inchiesta "Sotto la superficie", interviste sulla violenza di genere.
    Per la sezione "Premio Studenti", premiate ex aequo "Un autunno d'agosto" di Agnese Pini (Chiarelettere) e "Mal di Libia" di Nancy Porsia (Bompiani).
    La presidentessa Orietta Limitone ha proclamato il titolo vincitore, e la signora Maria Giannico, madre di Alessandro Leogrande, ha conferito la targa a Francesca Coin. L'autrice, a partire dal vissuto delle lavoratrici e dei lavoratori, soprattutto in Italia, analizza le ragioni della crescita di una tendenza del tutto inattesa, "e mostra come oggi dimettersi - spiega una nota - significhi non solo impedire alle condizioni di sfruttamento di deteriorare la nostra salute e le nostre relazioni, ma anche riconquistare tempo per noi stessi e per la nostra vita". (ANSA).
   

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