Puglia

Un 'contratto di programma' per gli illeciti dei Pisicchio

Nelle intercettazioni viene definito così lo scambio di favori

Redazione Ansa

   Per far ottenere alla BvTech spa un finanziamento regionale di 9 milioni (il 50% dei 18 milioni previsti) come contributo per l'investimento in Puglia delle Grandi imprese, l'allora assessore all'Urbanistica della Regione Puglia, Alfonsino Pisicchio, e suo fratello Enzo, arrestati ieri, avrebbero concordato uno scambio di utilità che nelle conversazioni intercettate chiamano ripetutamente "contratto di programma". L'accordo prevede assunzioni di famigliari (Natale e Rebecca, figli rispettivamente di Alfonsino e Enzo) e di militanti politici, pagamento di iniziative elettorali di Alfonsino e della festa di laurea di Rebecca Pisicchio. 

   

'Un gelato' per avere fondi regionali, assunti come ricompensa

   Il prezzo da pagare era un "gelato" e si "doveva dare" a titolo di ricompensa. Offrire un "gelato" significava assumere personale nelle imprese che beneficiavano di agevolazioni o commesse pubbliche milionarie da parte della Regione Puglia. E' quanto emerge dagli atti dell'indagine che ieri ha portato agli arresti domiciliari i fratelli Alfonsino e Enzo Pisicchio, il primo ex assessore all'Urbanistica della Regione Puglia e a capo, assieme al fratello, del movimento 'Iniziativa democratica' e 'Bari al centro'. Con loro sono state arrestate altre tre persone, mentre altre due sono state sospese per un anno dalla professione.

La richiesta illecita, registrata dalle microspie posizionate d'urgenza in un ristorante di Monopoli (Bari), viene avanzata la sera del 4 settembre 2019. Alla cena partecipano il broker assicurativo Cosimo Napoletano, finito in carcere, e l'avvocato Paolo Scarpa, referente dell'imprenditore veneto Diego De Fecondo, di 60 anni (indagato a piede libero), titolare della Nir. La società, che opera nel campo dell'innovazione tecnologica, attraverso una polizza fidejussoria falsa preparata da Napoletano e alla mediazione di Enzo Pisicchio, ha ricevuto nel 2019 dalla Regione Puglia il 50% di un contributo complessivo di 6,2 milioni per erogare aiuti alle imprese per servizi per la gestione digitalizzata degli impianti.

Cosimo Napoletano - "ottemperando alle indicazioni impartite il giorno prima da Enzo Pisicchio", - è scritto negli atti - evidenzia l'interessamento di Pisicchio nella vicenda ("una gentilezza per quel signore che ha fatto tutto se è possibile" "è il cristiano che ha fatto davvero ... non si è ... non ha chiesto un centesimo ... e io so tutto ... e io so quello che si può fare"), chiedendo pertanto "la giusta ricompensa - annota il giudice - per lui, ovvero l'assunzione di persone dallo stesso segnalate ("un favore che dovremmo fare ... dare qualche assunzione al ... [inc.le] sono trentasei unità".

Il riscontro alle richieste di Napoletano (per conto di Pisicchio) emerge - secondo l'accusa - ulteriormente dalla conversazione successiva all'incontro tra Scarpa e Diego De Fecondo, nel corso della quale il primo sintetizzava all'imprenditore veneto l'incontro con Napoletano: "ho un messaggio ... fra tutti, fra tutti, te lo posso dire così ti puoi già preoccupare, fra tutti quelli che hai conosciuto a Bari. .. qual è quello a cui devi offrire un gelato? ... un gelato, virgola, e ha detto 'glielo devi dare!'. Ecco, questo è il messaggio, chiuso virgolette. Vedi te!". 

 

"È evidente - sintetizza il gip - che nel corso dell'incontro era stata formulata una richiesta perentoria di utilità. De Fecondo, evidentemente restìo alle richieste ricevute, commenta: "Ma io gli offro anche una cena, però dopo lì si ferma, perché rischia di andare via ammaccato... va bene, sì, sì, ma io il gelato con la panna glielo do, in gelateria però".

Dopo l'incontro tra Napoletano e Scarpa, vista l'inerzia di Diego De Fecondo, Enzo Pisicchio affida a Napoletano la sua delusione: "Ho l'impressione che là ce la prendiamo in faccia al naso come si suol dire". Ma Napoletano lo rassicura: "io credo di avere la situazione in mano". Quindi, fanno sapere che avrebbero diffuso in Regione notizie finalizzate alla revoca del finanziamento fino a fare ottenere all'indagata Giacoma Punzo, mediatrice dell'affare assieme a Pisicchio, la somma di 90mila euro e la rinuncia al 2% del capitale della Nir.

Le accuse contestate a varito titolo nell'indagine sono corruzione, truffa, falso, traffico di influenze illecite, illecito finanziamento ai partiti, emissione di false fatture e turbata libertà degli incanti. Secondo l'accusa, la richiesta di assunzioni era "una costante" dell'operato di Enzo Pisicchio, che sfrutta le sue conoscenze alla Regione Puglia per oliare tutte le pratiche burocratiche sottoposte alla sua attenzione.

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