Puglia

Ucraina: parroco Molfetta verso Leopoli, 'sono preoccupato'

Don Gino incontrerà famiglie con disabili a frontiera ungherese

Redazione Ansa

(ANSA) - BARI, 10 MAR - E' previsto alle 18 di oggi l'incontro alla frontiera ungherese tra i profughi ucraini e don Gino Samarelli, il parroco del Duomo di Molfetta (Bari), partito martedì sera alla volta di Leopoli con un bus per salvare e portare in Italia 48 cittadini in fuga dalla guerra, soprattutto donne con bambini disabili. "È evidente la mia preoccupazione - dice don Gino - fino a quando non avrò messo al sicuro e in buone mani tutti coloro che mi verranno affidati per il viaggio".
    Dopo aver lasciato all'alba Santa Maria La Longa nel centro di don Orione (Udine) dove "abbiamo scaricato le derrate alimentari - spiega don Gino - perché hanno contatti che rendono possibile la consegna via Polonia", il pullman è ripartito e sta raggiungendo Budapest. "Ho sentito Leopoli e ricevuto primo elenco e istruzioni - dice il parroco - e so con certezza che ci sono sette ciechi e alcune famiglie. Sto aspettando che l'Ambasciata mi consegni l'altro elenco". Una difficoltà che incontreranno sarà alla frontiera ungherese di Beregsuràmy. "La frontiera ungherese è cattiva - spiega il parroco - perché trattiene in tempo variabile a caso 5/6 persone che identifica e poi li rilascia, si spera in tempi brevi. Il sacerdote rumeno che abbiamo incontrato a Udine mi ha detto che l'ultima volta hanno aspettato tre ore". Tra i profughi che torneranno con don Gino in Italia "ci sono due ragazze che si congiungeranno con parenti in Italia e noi li accompagneremo all'incontro - spiega - altri li consegneremo all'incoronata di Foggia. Sono disabili e famiglie" e "ci saranno anche piccole famiglie che resteranno in famiglia da noi. Qui entrerà in gioco l'azione della Caritas diocesana e del Comune di Molfetta". "In un momento drammatico come questo - commenta il vescovo di Molfetta, monsignor Domenico Cornacchia - diventa importante compiere gesti concreti che danno forma alla speranza di noi tutti. Noi non vediamo l'ora di rivedervi qui e di sapere che decine di profughi hanno trovato la salvezza. Purtroppo è solo una goccia nell'oceano, ma siamo tutti chiamati a fare il possibile". (ANSA).
   

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