Puglia

Girone in famiglia, lacrime per abbraccio con nonno

Commozione e applausi a Torre a Mare, 'l'Odissea è finita'

Redazione Ansa

(di Vincenzo Chiumarulo) (ANSA) - BARI, 28 MAG - Sono lacrime di gioia a rigare il viso di Salvatore Girone alla vista di suo nonno che lo stringe in un lungo abbraccio appena giunto davanti alla sua abitazione a Torre a Mare, la frazione di Bari in cui il fuciliere barese vive da sempre con la sua famiglia. L'emozione di un'attesa si scioglie nel lungo applauso dei parenti che lo accolgono non appena il marò, che solo poche ore prima era rientrato in Italia, scende dal furgone del San Marco che lo ha portato a casa dall'aeroporto di Bari. Con lui, oltre alla famiglia, c'è il sindaco di Bari, Antonio Decaro.
    "L'Odissea è finita", dicono i parenti che lo aspettano da quattro lunghi anni. Il periodo in cui l'India lo ha trattenuto con l'accusa di aver ucciso due pescatori con il commilitone tarantino Massimiliano Latorre. Bandiere, palloncini e caramelle tricolori fanno da sfondo allo striscione che recita 'Bentornato a casa Salvatore'. Ad accoglierlo, anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. E' ancora la semplicità a caratterizzare la vicenda del fuciliere che mentre comincia a parlare ai cronisti che lo assediano, deve interrompersi perché suo nonno ha un malore: "Era inevitabile questo momento - dice Salvo - mio nonno Salvatore è l'unico ad essere rimasto perché in questi anni ho perso gli altri miei nonni, e anche un'altra persona a me molto cara". Girone dice poche parole prima di entrare in casa con sua moglie Vania, accompagnato da alcuni colleghi fucilieri. "Sono contento di essere qui - sottolinea Girone - e ringrazio chi ha fatto in modo di ottenere questi sviluppi. Ringrazio anche voi i giornalisti per la vostra attenzione". E poi la consueta richiesta di riservatezza: "Vi chiederei ora di lasciarmi in privato con i miei cari perché è da qualche anno che non vedo nessuno, che non li abbraccio, e vorrei farlo adesso".
    I parenti del fuciliere chiedono privacy e più volte invitano i cronisti ad allontanarsi: "Abbiamo i brividi - dicono - lasciateci vivere questo momento da soli, non fatecelo ripetere". Poco più tardi la festa si sposta dall'altra parte dell'abitazione, in un altro cortile interdetto ai cronisti dalle forze dell'ordine e da un presidio di marò. Si sentono solo ripetuti rumori di bottiglie che vengono stappate al grido 'hip hip urrà', per brindare a un sogno che non è mai sembrato irraggiungibile. "Ci sono stati momenti di sconforto - non nasconde suo fratello Alessandro Girone - ma ci siamo fatti sempre coraggio, siamo stati sempre uniti, e le istituzioni ci sono state sempre vicine. Stasera - conclude - ci siamo scrollati di dosso un peso che avevamo da troppo tempo: è stato un grido di gioia e se vogliamo di dolore insieme, che è fuoriuscito per liberarci tutti". (ANSA).
   

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