(ANSA) - BARI, 2 MAR - "Il mio bilancio sull'Ilva è che
abbiamo vinto diverse battaglie ma la guerra l'abbiamo persa,
perché oggettivamente, se non fosse intervenuta la magistratura
oggi, sarebbe ancora l'Ilva a fare il bello e il cattivo tempo.
Questa è una personale drammatica conclusione". Lo ha detto il
direttore uscente dell'Arpa Puglia, Giorgio Assennato,
incontrando i giornalisti oggi a Bari e parlando, tra l'altro,
dello stabilimento Ilva di Taranto.
"Noi riteniamo, e abbiamo fatto una battaglia perdente contro
i ministeri dell'Ambiente e della Salute e lo stesso Parlamento,
che anche se verranno adottate tutte le tecnologie previste
dall'Aia del 2012 - ha anche detto Assennato - residuerà per una
produzione di otto milioni di tonnellate di acciaio, che è il
'break even' (punto di pareggio, ndr) di quell'impianto, un
rischio sanitario inaccettabile". Assennato ha aggiunto che si
tratta di un rischio "che ora non vediamo ma che sicuramente si
manifesterà se la produzione rimbalzerà a quei livelli. Questo è
quello che possiamo dire sulla base della evidenza. Perché il
nostro approccio, oltre che sulla trasparenza e autonomia, è
basato sull'evidenza". Su questa "base", ha proseguito, "non
possiamo dire che c'è una situazione catastrofica, però diciamo
che lo stato attuale può essere rapidamente messo in discussione
qualora ci dovesse essere un rimbalzo della produzione". (ANSA).
Ilva: direttore Arpa Puglia, vinto battaglie ma guerra persa
Assennato, rischio sanitario può essere inaccettabile