Veneto

CRV - Il Fuoco dell’Amicizia è tornato a Venezia dopo un raid automobilistico di 2605 km in 4 giorni

CONSIGLIO REGIONALE VENETO

Il Fuoco dell’Amicizia è tornato a Venezia dopo un raid automobilistico di 2605 chilometri in 4 giorni. Rinsaldato il legame del popolo veneto con Austria e Germania

(Arv) Venezia 18 gen. 2022 - Jesusleny Gomes, imprenditrice brasiliana, residente in Germania e ormai veneta di adozione, ha compiuto l’impresa che si era prefissa: portare il ‘Fuoco dell’Amicizia’ dal Veneto alle comunità di Austria e Germania, alla guida di un’auto d’epoca, una Fiat 1100 103 Zagato del 1953. Partita da Venezia il 9 gennaio, Jesusleny ha completato il percorso di 2605 chilometri il 13 gennaio, accolta dal Presidente della Regione, Luca Zaia, al Motor Bike Expo di Verona.

 

Il Presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, ha sottolineato “il grande successo del raid automobilistico, promosso e organizzato da ACI Italia e Venezia, con la collaborazione di Regione e Consiglio regionale del Veneto. È stato pienamente centrato l’obiettivo: rinsaldare i legami, peraltro già stretti, tra il popolo veneto e le comunità di Austria e Germania, nonché i rapporti con l’ADAC tedesco e l’OeAMTC austriaco. Abbiamo avuto una grande risposta istituzionale e un significativo riscontro sulla stampa internazionale. Credo che sia stato importante portare nei territori di Austria e Germania, duramente colpiti dalla pandemia, una ventata di ottimismo e speranza, per favorire un pronto ritorno a una vita più serena. In quest’ottica, è stato utile intensificare gli scambi umani, turistici, economici, culturali e artistici che storicamente uniscono i veneti con le popolazioni austriache e tedesche”. “Siamo soddisfatti anche perché abbiamo colto all’interno delle comunità di Austria e Germania la forte disponibilità a rafforzare i legami di gemellaggio con le diverse realtà venete”, ha concluso il Presidente Ciambetti.

L’Avvocato Giorgio Capuis, presidente dell’Automobile Club di Venezia e del Comitato Veneto Automobile Club, ha rivendicato “la vittoria in questa sfida molto difficile, soprattutto durante la pandemia: percorrere 2605 chilometri su un’auto storica in metà tempo, senza alcun rischio di contagio. Grazie a un ottimo lavoro di squadra, mettendo in campo tecnica, preparazione e impegno, siamo riusciti a toccare tante mete istituzionali e a diffondere un forte messaggio di amicizia. Un messaggio che è tornato a casa in buona salute, anzi, rafforzato: sono convinto che sia stato ravvivato quel ‘Fuoco dell’Amicizia’ che ci aiuterà a tornare, quanto prima, a una vita normale. Se il Covid allenterà la sua morsa, mi auguro che la seconda edizione del raid automobilistico possa conoscere una partecipazione di massa, passando da un ‘raid di una avventura’ al ‘raid di molte avventure!’”. “Ringrazio la protagonista di questa sfida, Jesusleny Gomes, che si è messa coraggiosamente in gioco, ma credo che il merito di questa impresa vada condiviso con tutta la squadra che è scesa in campo: abbiamo beneficiato del fondamentale supporto della rete ACI, presente e organizzata in modo capillare sul territorio nazionale, di ACI storico, di ADAC e OeAMTC, i nostri corrispondenti internazionali”, ha concluso l’Avvocato Capuis.

Jesusleny Gomes ha evidenziato “l’aspetto umano che è stato al centro di questo progetto: sono tornata a casa arricchita dagli incontri avuti con le tante persone che ci hanno aspettato, anche solo per un breve saluto, davanti ai Municipi e alle sedi degli Automobile Club. Sicuramente la sfida è stata molto difficile: all’inizio, l’impatto con la Zagato del 1953, di cui ci sono solo 15 esemplari in tutto il mondo, è stato drammatico, soprattutto lungo i 600 chilometri che mi hanno portata a Vienna nella prima tappa. È stato molto arduo affrontare le curve con la neve e il ghiaccio… Credevo che non ce l’avrei mai fatta, ma poi, piano piano, sono riuscita a stabilire una forte sinergia con la vettura. Devo ringraziare tutta la squadra che mi ha supportato: meccanici, cameramen, la rete ACI. Preziosa è stata la veloce e competente assistenza tecnica che ci è venuta in soccorso nella tappa di Monaco di Baviera, quando ho rotto la chiave dentro al riquadro…Porto dentro di me i profondi valori umani coltivati in questi quattro giorni. Credo che ora sia importante continuare a promuovere fuori della regione le grandi ricchezze turistiche, economiche e culturali del nostro Veneto”.

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