Veneto

CRV - Sì a norme su costruzione, esercizio e vigilanza di sbarramenti di ritenuta e bacini accumulo

CONSIGLIO REGIONALE VENETO

CRV - "Approvate le norme in materia di costruzione, esercizio e vigilanza degli sbarramenti di ritenuta e dei bacini di accumulo"

(Arv) Venezia 16 giu. 2020 -  Il Consiglio Regionale del Veneto si è riunito oggi a palazzo Ferro Fini e ha approvato a maggioranza il Progetto di Legge n 457 “Norme in materia di costruzione, esercizio e vigilanza degli sbarramenti di ritenuta e dei bacini di accumulo di competenza regionale”, che era già stato licenziato dalla Seconda commissione.

La proposta normativa è stata illustrata dal relatore, Franco Gidoni (LN), e dal correlatore, Andrea Zanoni (PD). L’aula consiliare ha votato il Pdl articolo per articolo, compresa la parte emendativa.

Vengono disciplinati la costruzione, l'esercizio e la vigilanza delle opere di sbarramento: argini, dighe, traverse e relativi bacini di accumulo, compresi i bacini idrici multifunzionali destinati anche all'accumulo di acqua per l'innevamento tecnico, ai fini della tutela della pubblica incolumità. Vengono salvaguardate in particolare le popolazioni e i territori a valle delle opere, secondo le attribuzioni trasferite alla Regione dalla legislazione statale vigente relativamente agli sbarramenti ed ai manufatti di qualsiasi tipo e forma in alveo e fuori alveo, anche temporanei, che non superino i 15 metri di altezza o che determinino un volume di invaso non superiore a 1.000.000 di metri cubi. Le opere sono distinte in due settori: sbarramenti con altezza superiore a 5 metri e fino a 15 metri e/o che determinano un volume d'invaso superiore a 5.000 metri cubi e fino a 1.000.000 di metri cubi; sbarramenti che non superano i 5 metri di altezza e/o che determinano un volume d'invaso non superiore a 5.000 metri cubi.

“È opportuno che il Veneto si doti di una apposita legge: altre Regioni, anche contermini a noi, come la Lombardia, hanno già normato da tempo in materia”, ha spiegato Gidoni.

Il correlatore Zanoni, da una parte ha osservato come “non è con questa legge che si affrontano le gravi conseguenze prodotte dai cambiamenti climatici”, dall’altra ha dato atto che “aver accolto la richiesta di innalzare le sanzioni rappresenta sicuramente un utile strumento per la salvaguardia dei territori”.

I consiglieri Zanoni, Ruzzante (Leu) e Guarda (CpV) si sono detti contrari “al mancato coinvolgimento dei territori interessati, anche alla luce del forte impatto ambientale prodotto da questa legge, soprattutto nei confronti delle zone montane e a vocazione agricola”

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