Veneto

CRV - Presentata la Mostra 'Veleni e magiche pozioni - Grandi storie di cure e delitti'.

CONSIGLIO REGIONALE VENETO

Cultura - Presentata la Mostra 'Veleni e magiche pozioni - Grandi storie di cure e delitti' che si inaugurerà sabato 19 ottobre nel Museo Nazionale Atestino ad Este

(Arv) Venezia 15 ott. 2019 -     “Non è una mostra qualsiasi, anzi, quella di Este ospitata al Museo nazionale Atestino ‘Veleni e magiche pozioni -  Grandi storie di cure e delitti’  che ci spiega come sin dal paleolitico,  l’uomo ha cercato sostanze e rimedi utili scoprendo anche veleni come medicine.  Una mostra che vede, fianco a fianco, una Archeologa e una specialista di Storia della farmacia che indagano nel mito e  nella leggenda come nei reperti archeologici  per dimostrare invece le basi scientifiche di quanto spesso  si ritiene frutto di invenzione favolistica accompagnandoci in un viaggio dal mito alla storia con un progetto che vuole essere coinvolgente, di forte valenza divulgativa pur nel rigore e autorevolezza  della  ricerca scientifica”. Così Luciano Sandonà, consigliere regionale di Zaia Presidente, ha introdotto la presentazione della mostra che verrà inaugurata sabato 19 ottobre ad Este e presentata quest’oggi a palazzo Ferro Fini alla presenza del  presidente della VI Commissione - Cultura, Alberto Villanova, del sindaco di Este, Roberta Gallana, di Daniele Ferrara, direttore del Polo Museale del veneto,  dalle due curatrici dell’esposizione la  Direttrice del Museo Nazionale Atestino, Federica Gonzato e la professoressa  Beatrice Vicentini dell’Università di Ferrara.  “La mostra ci conduce dal paleolitico superiore, circa 40 mila anni or sono,  ai nostri giorni in un viaggio in una miniera di scoperte e curiosità, un viaggio che offre molteplici chiavi di lettura,  di sicuro interesse sia per lo studioso ma anche, se non soprattutto, per i cittadini e i ragazzi delle scuole. Una mostra multilivello e pluricategoriale che non riguarda solo l’archeologia e la farmacopea  o la chimica ma che si sviluppa anche nell’arte, nella letteratura, nell’antropologia affrontando anche le credenze, le superstizioni e le favole  - ha spiegato  Federica Gonzato -  Il visitatore scoprirà come già nel Paleolitico si curasse il mal di denti con la propoli o come al Neolitico risalgono le prime prove dell’uso dell’oppio nell’Europa continentale”.  Alla direttrice del Museo Nazionale Atestino fa eco la professoressa Beatrice Vicentini, chimica-farmacologica dell’Università di Ferrara ed esperta di storia farmaceutica: “Ogni vetrina è una scoperta che ci permette di leggere il passato per  capire dove andrà il futuro. Si parte dal Paleolitico per arrivare a Paracelso, dunque ai primi del Cinquecento, il primo che definisce il concetto di dosaggio, ciò che può fare di un farmaco un veleno o un mezzo di cura, come si evince già nell’etimo greco della parola pharmacos. La mostra permette un approccio e prospettive inedite nel mondo dei veleni come nella storia della farmacopea sino ai nostri giorni andando ad affrontare un tema di straordinaria attualità se consideriamo i veleni che ammorbano l’ambiente e le prospettive future di studio per la farmacopea che il passato suggerisce”. Daniele Ferrara, direttore del Polo Museale del Veneto, ha sottolineato l’importanza di un evento “che tende a valorizzare il patrimonio che abbiamo e che testimonia la capacità di operare e cooperare tra loro della rete museale nazionale”. Il sindaco Roberto Gallana  ha ricordato “il rapporto profondo tra Este e il Museo Nazionale, cuore pulsante della vita culturale cittadina, luogo di aggregazione non solo culturale ma anche sociale: noi come amministrazione stiamo investendo nel nostro territorio nella nostra storia di città di veneti antica con la coscienza che gli eventi culturali, e a maggior ragione una mostra di queste dimensioni e caratteristiche, possono anche essere un singolare volano per l’economia locale”. Su questo concetto è ritornato anche il presidente della VI Commissione Alberto Villanova che ha citato “la recente approvazione della Legge sulla cultura, una legge che era attesa da decenni in Veneto. Sappiamo che ogni  Euro  investito in cultura si moltiplica con ricadute importanti nel territorio. Per quanto riguarda questa mostra io posso portare la testimonianza di quand’ero studente di Medicina e alle lezioni di farmacopea venivano citati molti dei punti che oggi sono approfonditi nella esposizione atestina e ciò testimonia il rigore della ricerca sottintesa a questa esposizione”.

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