Veneto

CRV - "Adozione del Programma triennale 2019-2021 ed Elenco annuale 2019 dei lavori pubblici"

CONSIGLIO REGIONALE VENETO

Seconda Commissione - "Presentata la PDA n. 99 della Giunta 'Adozione del Programma triennale 2019-2021 ed Elenco annuale 2019 dei lavori pubblici di competenza regionale'"

(Arv) Venezia, 6 giu. 2019   -  Nella seduta odierna della Seconda Commissione consiliare permanente (che si occupa di territorio, infrastrutture, trasporti, lavori pubblici, ambiente, difesa del suolo, cave, torbiere e miniere), è stata presentata la PDA n. 99 della Giunta ‘Adozione del Programma triennale 2019-2021 ed Elenco annuale 2019 dei lavori pubblici di competenza regionale’, di cui all'articolo 2, comma 2°, lett. a), della L.R. 7 novembre 2003, n. 27, ‘Disposizioni generali in materia di lavori pubblici di interesse regionale e per le costruzioni in zone classificate sismiche’, e del D.M. MIT 16 gennaio 2018, n. 14.

Il Programma triennale 2019- 2021 è il primo che fa seguito al nuovo Codice dei Contratti e al relativo Decreto di attuazione. La programmazione interessa gli interventi diretti da parte delle diverse Strutture regionali, che interessano il Bilancio regionale. L’effettivo collegamento tra il bilancio regionale e la programmazione triennale interessa solo la prima annualità, ovvero l’esercizio 2019, entro cui dovranno essere avviate le procedure di gara relative agli interventi programmati nell’elenco annuale, di cui c’è già una copertura finanziaria. A monte c’è l’art. 21 del D.Lgs n. 50/2016, ’Programma degli acquisti e programmazione dei lavori pubblici’, in base al quale le Amministrazioni aggiudicatrici adottano il Programma triennale dei lavori pubblici e i relativi aggiornamenti annuali. I programmi sono approvati nel rispetto dei documenti programmatori e in coerenza con il bilancio e, per gli Enti locali, secondo le norme che disciplinano la programmazione economico-finanziaria degli Enti stessi. Nella programmazione vanno inseriti i lavori il cui valore stimato sia pari o superiori a euro 100.000. La programmazione rappresenta quindi un importante momento di gestione degli interventi e delle risorse necessarie per la loro realizzazione. Massima priorità va accordata ai lavori di ricostruzione, riparazione e ripristino conseguenti a calamità naturali e, in subordine, per i lavori di completamento di opere pubbliche. Viene data evidenza, in un unico documento, all’elenco delle opere incompiute, al fine di una loro rivalutazione. Redatto anche un elenco degli immobili disponibili, il cui valore, in caso di vendita, sia funzionale alla realizzazione di nuovi interventi. Nella programmazione triennale, gli interventi più rilevanti riguardano la difesa del suolo, in primis per la costruzione dell’Idrovia, oltre 500 milioni. Per l’anno 2019, la totale disponibilità finanziaria ammonta a euro 48.721.796,73. Gli interventi programmati per l’anno 2019 di importo complessivo maggiore di 5.000.000 euro sono: opere di laminazione delle piene del fiume Agno-Guà attraverso l'adeguamento dei Bacini demaniali di Trissino e Tezze di Arzignano (VI) - Bacino di Valle, per € 22.100.000,00; lavori di ristrutturazione dell'immobile denominato ex Magazzino, sito in Venezia, da destinare a sede degli uffici dell'Amministrazione Regionale, per € 11.500.000,00.

E’ stata esaminata la Proposta di Legge n. 436, di iniziativa consiliare, che modifica la L.R. 4 aprile 2019, n. 14, ‘Veneto 2050: politiche per la riqualificazione urbana e la rinaturalizzazione del territorio e modifiche alla L.R. 23 aprile 2004, n. 11, ‘Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio’”, già illustrata nella precedente seduta. La Commissione ha aperto alle audizioni con i soggetti portatori di interesse, prima dell’approvazione. La proposta normativa trae spunto da una legge affine dell’Emilia Romagna, già approvata e che ha superato il vaglio della Corte Costituzionale, finalizzata a dare un impulso alla riqualificazione urbana e alla regolarizzazione degli edifici. In sintesi, oggetto sono opere assistite da un regolare titolo edilizio dal quale, in fase attuativa, ci si è discostati dando luogo a quelli che possono essere considerati ‘abusi minori’. La legge intende fornire ai comuni uno strumento di governo del territorio utile per definire numerose situazioni edilizie ancora irrisolte, caratterizzate da un abusivismo minore e risalente prima del 1977, salvaguardando l'affidamento maturato dai soggetti privati alla conservazione, alla libera circolazione nonché alla trasformazione edilizia ammessa dallo strumento urbanistico comunale dei suddetti edifici.

 

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