Veneto

CRV - Pigozzo: "Il SSN 40anni dopo la sua nascita richiede nuove strategie"

CONSIGLIO REGIONALE VENETO

Politica - Vicepresidente Pigozzo: "Il Sistema sanitario nazionale 40anni dopo la sua nascita richiede nuove strategie per garantire a tutti la migliore assistenza possibile"

(Arv) Venezia 7 dicembre - Nel corso del convegno “A quarant’anni dall’istituzione del Servizio Sanitario nazionale”  organizzato a Torino dal Consiglio regionale piemontese a rappresentare il Veneto è intervenuto Bruno Pigozzo, vicepresidente dell’assemblea legislativa veneta. “In anni difficili e complessi, sotto l’attacco del terrorismo e della mafia le Istituzioni seppero far quadrato e difendere anche con profonde riforme la democrazia: l’istituzione del Servizio sanitario nazionale nel 1978 rappresentò un momento di svolta: alla cultura di morte del terrorismo e delle mafie il legislatore rispose ampliando la platea dell’assistenza sanitaria garantendo ai cittadini un servizio essenziale – ha detto Pigozzo – Molto è stato fatto, molto rimane ancora da fare. Oggi  il cittadino ha una buona percezione della figura del medico di base (87%) e dell’infermiere (84%), un po’ meno del sistema nel suo complesso (68%).  A fronte dell’aumento dell’età media dei cittadini e della speranza di vita il sistema presenta dei ritardi nell’adeguamento dei servizi con evidenti disuguaglianze territoriali nella qualità ed efficienza delle risposte al bisogno di salute. Alle carenze gestionali di alcune regioni non ha fatto riscontro la capacità di controllo dello stato con pesanti ricadute qualitative ed economiche.  Il sotto finanziamento nazionale unito alla carenza di medici specialisti e di personale infermieristico – ha rimarcato il vicepresidente del Consiglio regionale veneto - sta minando la sicurezza e sostenibilità del sistema allungando le liste d’attesa e generando una deriva impropria a favore dell’offerta privata.  Per superare questa fase occorre adottare nuove strategie: innanzitutto confermare il carattere universalistico del sistema sociosanitario pubblico in grado di governare la collaborazione con i privati. Quindi occorre liberare risorse con l’efficientamento e l’appropriatezza delle prestazioni per destinarle agli investimenti in strutture e tecnologie innovative. Potenziare il federalismo sanitario in termini di responsabilità gestionale pur garantendo il rispetto dei livelli essenziali di assistenza su base nazionale Aumentare la consapevolezza che la salute è un bene sia individuale, sia collettivo, la cui tutela e promozione  richiede un’azione sinergica cittadini-istituzioni”

 

Leggi l'articolo completo su ANSA.it