Veneto

CRV - Ciambetti "Solidarietà a Gervasutti, rifiuto di ogni strumentalizzazione"

CONSIGLIO REGIONALE VENETO

Ciambetti: "Solidarietà a Gervasutti, rifiuto di ogni strumentalizzazione e condanna decisa ad ogni tentativo di intimidazione e di minacce al mondo dell'informazione"

(Arv) Venezia 16 lug. 2018 -       “Ario Gervasutti non è uomo che si lasci intimidire e la sua vita professionale, l’impegno di giornalista,  lo testimoniano. Ciò non di meno, nessuno può sottovalutare quanto accaduto e la gravità dell’attentato di questa notte”. Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio Regionale del veneto  porge la sua “personale solidarietà ad Ario Gervasutti e ai suoi familiari e sono certo di interpretare il pensiero di tutta l’assemblea legislativa veneta nel condannare senza tentennamenti quanto accaduto  – ha detto Ciambetti – auspicando che si faccia chiarezza al più presto individuando i protagonisti di questa vicenda inaccettabile,  che sembra rievocare i fantasmi del passato. Come nel passato, tuttavia, dobbiamo far quadrato contro ogni provocazione e intimidazione, rifiutando strumentalizzazioni meschine che sono da condannare senza tentennamenti:  la solidarietà ad Ario Gervasutti, ai suoi familiari, a tutti i giornalisti del Gazzettino come della altre testate venete oggi, davanti ai proiettili sparati contro la casa del giornalista, testimonia l’impegno democratico di chi è impegnato nelle Istituzioni contro ogni forma di violenza e prevaricazione e la decisa presa di posizione di noi tutti in difesa della libertà di espressione. La Costituzione ci spiega che ‘la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure’ implicitamente riconoscendo che i giornalisti  non possono essere vittime di intimidazioni, minacce, soprusi: quando ciò accade siamo davanti a una malattia degenerativa che va immediatamente bloccata.  Proprio il richiamo alla  Carta Costituzionale spiega l’enorme gravità di quanto è accaduto e giustifica, al di là della stima personale, il pieno sostegno e la vicinanza ad Ario Gervasutti e ai suoi familiari”.

 

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