Veneto

CRV - "Divisione Venezia-Mestre e riconoscimento di debiti fuori bilancio"

CONSIGLIO REGIONALE VENETO

(Arv) Venezia 28 giu. 2017 - Sarà l’intera popolazione dell’attuale Comune di Venezia a pronunciarsi sulla suddivisione nei due Comuni di Venezia e Mestre, in quanto la proposta di variazione della circoscrizione comunale riguarda l’intero territorio del Comune stesso. È questo, in estrema sintesi, il contenuto del provvedimento che oggi, a maggioranza, ha ricevuto il via libera dalla Prima commissione del Consiglio regionale del Veneto. All’esame dei commissari, tra gli altri argomenti, vi era infatti la Proposta di deliberazione amministrativa n. 45 proveniente dalla Giunta regionale e rubricata “Progetto di legge popolare n. 8 di iniziativa popolare relativo alla suddivisione del Comune di Venezia dei due comuni autonomi di Venezia e di Mestre: individuazione della popolazione interessata al referendum”, che fa seguito al Giudizio di meritevolezza espresso dal Consiglio regionale il 14 febbraio scorso. “Si tratta di un passaggio importante lungo l’iter referendario che prevede la separazione tra Venezia e Mestre. È una vicenda di cui si parla da parecchi anni - dichiara a margine dei lavori il Presidente della Prima commissione Marino Finozzi (Lega Nord) - ma ormai siamo prossimi alla dirittura d’arrivo. Personalmente, sono molto favorevole al fatto che il cittadino di Venezia e di Mestre si possa esprimere per capire se è ancora utile che queste due realtà, a mio giudizio molto diverse l’una dall’altra, debbano rimanere all’interno della stessa amministrazione oppure separarsi affinché ciascuna possa governare secondo le proprie caratteristiche e le proprie peculiarità la propria realtà. Dopo l’approvazione definitiva della Deliberazione, la Giunta avrà il via libera per l’indizione del referendum”.

Di segno diverso la tesi espressa dalla Consigliera regionale Francesca Zottis. “La nostra posizione come Partito Democratico è di contrarietà, contrarietà rivolta non tanto al referendum, ma all’atto stesso che riteniamo illegittimo in quanto fondato su una Proposta di legge, passata in Consiglio per il giudizio di meritevolezza, sulla quale avevamo già espresso i nostri dubbi, dubbi che sono confermati dai pareri legislativi fin qui emessi. Sulla questione pende un ricorso: vedremo come finisce la vicenda, ma non ce la siamo sentita di votare a favore di un Proposta di deliberazione amministrativa di cui ad oggi è dubbia la legittimità”. Nel corso della seduta di oggi, infine, è stato approvato a maggioranza il Progetto di legge n. 236, di iniziativa della Giunta regionale ed illustrato in Commissione dall’Assessore regionale Gianpaolo Bottacin (Zaia Presidente) relativo al riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio derivanti dalla realizzazione di interventi di difesa idrogeologica e a tutela della pubblica incolumità, per un valore complessivo pari ad oltre 10 milioni di euro, realizzati negli anni 2014 e 2015, e caratterizzati dalla somma urgenza in caso di eventi calamitosi, con particolare riferimento ai luttuosi fatti di S. Vito di Cadore risalenti ad agosto del 2015. “La nostra posizione in Commissione rispetto a questo provvedimento è stata di astensione - ha spiegato il Vicepresidente della Prima commissione ed esponente del Partito Democratico Claudio Sinigaglia - stiamo parlando di somme per interventi che sono stati fatti tra il 2013 e il 2015 di cui, a distanza di quattro anni, si chiede la copertura a bilancio. Abbiamo esposto le nostre perplessità nel corso del dibattito, ma ci siamo astenuti affinché le ditte che hanno lavorato possano ricevere il pagamento per il lavoro svolto. Chiediamo estrema chiarezza su questo argomento: sappiamo che per il 2017 è stato istituito un fondo per la gestione di questo genere di interventi che prevedono opere di sistemazione idraulica nel corso di eventi calamitosi; sembra tuttavia che nel biennio 2014-2015 la Regione non avesse stanziato nulla in questo senso. L’attenzione invece deve essere massima: sappiamo già che nella zona del Bellunese ci saranno interventi da eseguire, quindi sono necessarie opere di prevenzione, di manutenzione, e non va confusa la manutenzione con gli interventi di estrema urgenza”.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it