Veneto

CRV - Ciambetti: "A Yalta per tenere aperta la porta al dialogo, no alle sanzioni"

CONSIGLIO REGIONALE VENETO

Politica - Ciambetti: "A Yalta per tenere aperta la porta al dialogo, no alle sanzioni, riconoscere il diritto all'autodeterminazione della Crimea"

(Arv) Venezia 19 apr. 2017 -      “Il fatto che lo Yalta International Economic Forum metta tra i temi al centro del dibattito il sistema italiano, il ruolo della piccola e media impresa, lai casi studio di Unicredit e Banca Intesa, l’azienda vitivinicola e il turismo crocieristico dimostra quanta e quale sia l’attenzione posta da questa realtà al modello italiano con particolare riguardo alla realtà del Triveneto”. Il presidente del Consiglio regionale del veneto, Roberto Ciambetti, sarà tra i relatori della terza edizione dello Yalta Economic Forum a cui è stato invitato a partecipare assieme a una nutrita delegazione di imprenditori veneti. “Visto il peso dell’export del prodotto agricolo veneto, le sempre maggiori quote di mercato del nostro vino di qualità, ma anche il ruolo che i nostri cantieri dell’alto adriatico svolgono nella crocieristica non sorprende l’attenzione della Crimea verso il veneto – ha spiegato Ciambetti - Estremo rilievo viene dato poi dagli organizzatori del Forum di Yalta all’esperienza maturata dallo statuto autonomo del Sud Tirolo – spiega Ciambetti – e alle potenziali risorse e possibilità che l’autonomia libera per l’economia: da questo punto di vista si guarda anche al Veneto e al nostro percorso democratico per giungere allo Statuto autonomo nella convinzione che nella realtà di mercati interconnessi e livello mondiali il governo della realtà debba essere glocal, pensare globalmente ma agire localmente. Per la Crimea la scelta dell’autonomia sul modello sudtirolese o quello da noi ipotizzato per il Veneto può essere una strada verso nuovi equilibri in uno scenario di ritrovata pace”. Il presidente del Consiglio poi incalza: ”Io poi tornerò a Yalta a rilanciare il mio appello contro le sanzioni economiche che non hanno sortito alcun risultato se non quello di danneggiare chi le ha praticate. Tra il 2013 e il 2016, per l’effetto combinato delle sanzioni e della svalutazione del rublo conseguente al crollo del prezzo del petrolio, le esportazioni venete verso la Russia sono crollate soprattutto nei settori agroalimentare, per non parlare della moda, meccanica, arredamento. Non c’è solo il crollo degli ordinativi, ma i posti di lavoro persi o non creati in anni in cui l’occupazione è una autentcia sfida sociale. Nel 2016, comunque, grazie alla svalutazione dell’euro e all’apprezzamento del rublo, si registra una ripresa degli scambi commerciali, sia export, + 3,4%, che import, +4,4% e ciò dimostra che il prodotto Made in Veneto è ancora molto apprezzato e ambito in Russia”. “I postumi della crisi economica hanno lasciato il segno in Italia e l’Italia è la realtà europea che più arranca nel salire sul treno della ripresa: chiudere le porte a mercati e attori importanti come la Russia è una scelta illogica e a maggior ragione in questa fase in cui l’intero sistema Italia ha bisogno di robuste dosi di export. Io credo che l’imprenditoria veneta non abbia alcuna idea di sostenere scelte autolesionistiche” Ciambetti quindi conclude: “La mia presenza personale a Yalta, assieme a quella di altri consiglieri regionali, è un segnale di apertura al dialogo, rilancio degli scambi e della collaborazione, segnali a maggior ragione oggi importanti visto le tensioni internazionali che hanno portato nei giorni scorsi nel Sudest asiatico verso il precipizio di una guerra nucleare, scongiurata, almeno fino ad oggi, grazie alle diplomazie russa e cinese. Solo il dialogo ci salverà: occorre essere pragmatici. Noi siamo a Yalta per questo: bisogna tener aperta la porta al dialogo”.

 

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