Sostituire i giornalisti con l'Intelligenza Artificiale (IA) nel tentativo di tagliare i costi: quello che fino a qualche mese fa sembrava una remota possibilità, sta purtroppo iniziando a diventare realtà. A giugno, Axel Springer, uno dei più grandi editori tedeschi (possiede Bild, Die Welt ma anche l'americano Business Insider), ha annunciato che "purtroppo si separerà dai colleghi che svolgono compiti che saranno sostituiti dall'IA e/o da processi nel mondo digitale".
Successivamente, la Bild ha negato che i redattori saranno direttamente sostituiti dall'intelligenza artificiale, affermando che i tagli al personale sono dovuti alla ristrutturazione e che l'intelligenza artificiale si limiterà a "supportare" il lavoro giornalistico anziché sostituirlo.
Anche se questi eventi possono spaventare, sorge una riflessione: che fine faranno i capisaldi del lavoro editoriale, come l’etica, l'accuratezza, la responsabilità e la correttezza che solo un essere umano può garantire? Il principale problema legato all'AI generativa, infatti, è proprio quello dell’affidabilità dei contenuti. Strumenti come ChatGpt, la chat progettata da OpenAI, ad esempio, a differenza di un redattore umano, non spiegano le proprie decisioni o i propri ragionamenti in modo significativo. Questo può essere un problema in un settore in cui la responsabilità e la trasparenza sono importanti. Pertanto, anche se i vantaggi economici dell'utilizzo dell'IA nei ruoli editoriali possono sembrare convincenti, le organizzazioni giornalistiche dovrebbero agire con cautela.
Proprio da qui nasce MyType, un brand che raccoglierà una serie di servizi innovativi per rivoluzionare il mondo del giornalismo grazie a un uso consapevole dell'Intelligenza Artificiale. Loro lo chiamano ‘digital joynalism’.
MyType, progettato da Atex (www.atex.com), leader globale nelle soluzioni software per l'industria dei media e dell'editoria, ha l'ambizione di creare un ecosistema in grado di aiutare nel lavoro quotidiano sia i singoli giornalisti (freelance, collaboratori) che intere redazioni più strutturate. Come? Adattando i diversi LLM (Large Language Models) a disposizione alle diverse esigenze che una redazione può avere, combinando la tecnologia con la supervisione umana. Dal riassunto di grosse quantità di documenti alla semplificazione di concetti e dati per renderli più fruibili, la capacità dell'intelligenza artificiale di automatizzare compiti ripetitivi può essere sfruttata per aumentare le capacità dei redattori umani e la qualità del contenuto finale.
Inoltre, l'intelligenza artificiale può essere utilizzata per il controllo grammaticale, l'analisi delle notizie e persino per un primo livello di fact checking, lasciando ai redattori il compito di occuparsi delle decisioni più complesse e delle considerazioni etiche.
"Grazie a questo modello collaborativo, l'IA può essere uno strumento di assistenza piuttosto che di sostituzione, migliorando l'efficienza e mantenendo il tocco umano essenziale nel giornalismo. La missione di MyType è quella di lasciare tempo al giornalista per andare sul campo, intervistare e incontrare le fonti, sapendo che alcuni task ripetitivi, noiosi e a tratti anche degradanti potranno essere affidati a un'intelligenza artificiale che diventerà una buona collega della quale non avere timore", spiega Federico Marturano, CEO di Atex.
Per approfondire queste tematiche e restare aggiornati su come l’Intelligenza Artificiale possa aiutare il giornalismo iscriviti alla newsletter di MyType, dedicata ai possibili utilizzi dell’IA in redazione. Inoltre, giovedì 6 luglio è in programma un workshop proprio su queste tematiche in collaborazione con Primopiano Academy.
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