Sicilia

Food-Economy: ecco i "big" che hanno trasformato un «Vicolo» in un'autostrada del cibo

I Press

Imprenditori della food-economy che hanno unito all’esperienza anche la contaminazione creativa e la voglia di sperimentare format innovativi per far parlare di sé e del loro brand: Al Vicolo. Un’insegna che illumina le notti catanesi; un’etichetta che è sinonimo di qualità e successo, oggi declinata in una miriade di progetti che si sono spinti oltre il prodotto, per offrire servizi che prima, sulla piazza siciliana, neanche s’intravedevano. Angelo Scaringi è un manager tutto d’un pezzo, che va dritto per la sua strada e che ha avuto sempre le idee chiare sulla ristorazione: investire su buone e nuove idee, comunicarle bene e ampliare l’offerta per soddisfare la clientela fidelizzata e appassionata. Lui che guarda all’America come prossima tappa di questa maratona, è proiettato verso formule franchising che possano esportare un concept ormai consolidato e in cerca di nuovi canali di amplificazione. Sono passati ormai diversi anni da quando, per la prima volta, quattro tavolini si affacciavano sui marciapiedi di via del Colosseo (Catania) per offrire quella pizza gigante che tutti dividevano per due. A proporla con una veste over-size c’era un altro siciliano che avrebbe scritto le pagine di questo libro che parla di soluzioni iper-locali che importano modelli internazionali e che vivono il territorio come deserto da conquistare. Lui è Lucio Ferlito, professione: campione della pizza. In pochissimo tempo è riuscito a formare un esercito di giovani pizzaioli che seguono il capitano per carpire tutti, ma proprio tutti gli ingredienti del successo, trascinando dentro il forno anche tutta quella passione che trasforma un lavoro in amore da seguire. Certo è che senza la manager Francesca Frazzetto al suo fianco, oggi coordinatrice dei progetti in campo, nulla sarebbe stato lo stesso. Stessa sveglia, stessa agenda. Una vita che si snoda tra il centro storico, il porto etneo, Nicolosi, la notte con le sue sfaccettature e tutte le strade che conducono alla meta: fare bene e sempre meglio. Angelo e Lucio sono inseparabili, oggi gestiscono centinaia di giovani e ogni nuovo progetto è un altro tatuaggio sulla pelle. La ricetta? Ognuno con la propria competenza, integrando e impastando pensieri e parole dell’altro. Perché loro non amano dividere, ma moltiplicare i risultati. È per questo che, nel loro cammino imprenditoriale, è arrivato anche un architetto: Salvatore Terranova. È lui che dà forma alle idee e rende possibili anche i più folli dei progetti, come quello di inscatolare in un container un piccolo gioiello di ristorazione on the road: il Vinicolo HUB, pluripremiato è diventato ormai icona di contemporaneità e rilancio delle notti del capoluogo che guarda il Vulcano con lo sguardo all’insù. Lui trasforma gli spazi in linguaggi estetici e in laboratori di design. Il suo ingresso nella coppia ha portato originalità e ha aggiunto la parola “fattibilità” alla storia che vogliamo raccontarvi. I celiaci li amano perché hanno saputo cogliere le esigenze di salute di centinaia di utenti (con forni pizzeria interamente dedicati a loro); i seguaci della “cocktail culture” apprezzano le tendenze che colorano il bancone del Vinicolo; i più pantofolai non possono fare a meno del take-away olimpionico che ormai al Vicolo è in grado di offrire; i clienti a 5 stelle non possono rinunciare all’ultimo gioiello di casa: il “Vicolo Street”, una tre-ruote che sforna pizzette calde a bordo piscina durante eventi privati. Ecco la storia che continua a cambiare il volto della ristorazione siciliana. Pagine di un libro che non ha solo tre protagonisti, ma tantissimi soggetti che hanno sposato un sogno, non solo un progetto.

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