Economia

Covid-19, l’impatto del lockdown sul mercato del vino

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Con l’attuazione delle misure di contenimento del COVID-19, molte dinamiche di mercato si sono sensibilmente modificate, soprattutto durante i due mesi in cui tali misure sono state particolarmente stringenti (ovvero, il periodo di “lockdown”). Il panorama dei consumi è sensibilmente mutato: nell’ambito di un calo generalizzato, dovuto alle limitazioni che hanno riguardato molte attività economiche e commerciali, sono cambiate anche le modalità di acquisto. Costretti per lo più in casa, per limitare ulteriormente i contatti sociali, molti consumatori si sono rifugiati negli acquisti online.

 

Questa particolare tendenza si è registrata anche per un settore molto particolare come quello enologico. Già durante la quarantena, molte cantine si erano adoperate per mantenere un contatto diretto con la propria clientela e con gli utenti interessati ai prodotti vinicoli; tra le iniziative più ingegnose si segnalano le degustazioni a distanza e i tour digitali dei vigneti, che hanno permesso agli operatori di settore di offrire ai clienti un assaggio della propria offerta così da rendere il prodotto appetibile. Il regime di lockdown ha rappresentato una spinta ulteriore per la vendita online del vino che già da alcuni anni si è imposta come valida alternativa all’acquisto in cantina. Questo tipo di soluzione viene messa a disposizione di un’utenza sempre più vasta grazie a siti specializzati come GreenWine, vere e proprie enoteche digitali che offrono una vasta gamma di etichette per ogni genere di prodotto (vini bianchi, rossi, rosati, frizzanti e passiti, anche biologici o naturali).

 

Di contro, l’intero settore ha dovuto fare i conti con lo stop imposto alle attività di ristorazione (ed alla filiera dell’Horeca più in generale) e il calo delle esportazioni che, nel periodo del lockdown, hanno comportato un netto rallentamento del mercato e, di conseguenza, consistenti perdite. Per questo, gli operatori di settore hanno rivolto la maggior parte delle proprie attenzioni al segmento di mercato rappresentato dai clienti privati. In tal modo, si è cercato di recuperare parte delle perdite dovute alle misure di contrasto all’emergenza sanitaria provocata dalla diffusione del COVID-19.

 

Come osserva anche il wine consultant Roberto Bortolussi, “con l’export annullato e l’Horeca praticamente fermo, non resta che concentrare le vendite sui privati, sfruttando al meglio i propri canali. Social in primis: storie instagram, dirette facebook, messaggi mirati su whatsapp, il tutto possibilmente affiancato da campagne di advertising. Bisogna raccontarsi, insomma. E soprattutto per i piccoli è importante metterci la faccia. Il che significa dedicare un po’ di tempo al giorno a questa attività, ma con la consapevolezza che, invece di arrivare a un’unica persona incontrata per strada (ai tempi in cui si poteva uscire; ndr), in questo modo si possono raggiungere direttamente da casa dieci, cento, mille, diecimila utenti tutti insieme”.

 

Molte piccole cantine, come si legge sul sito di Gamberosso, stanno sperimentando anche la vendita con consegna a domicilio, un metodo che sembra in grado di riallacciare il contatto con il cliente e, al contempo, alimentare il flusso di vendita anche degli operatori più piccoli. Più in generale, il ricorso ai social e a nuovi canali di comunicazione e di vendita (l’e-commerce su tutti) consente a molti produttori di superare la realtà locale alla quale sono ancorati ed espandere in maniera significativa la propria clientela e, di conseguenza, il relativo volume d’affari.

 

Le restrizioni che hanno caratterizzato i due mesi di lockdown nazionale hanno aguzzato l’ingegno non solo dei produttori ma anche di consulenti, sommelier ed esponenti della stampa di settore, che attraverso webinar, lezioni online e altre iniziative hanno cercato di portare avanti le proprie attività instaurando un nuovo tipo di rapporto con il pubblico e la potenziale clientela, colmando la distanza fisica con gli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia digitale.

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