Economia

Ecco come controllare davvero le presenze sul lavoro

IMG SOLUTION SRL

Sono sempre di più le aziende che hanno capito quanto sia importante rilevare in maniera efficace la presenza sul posto di lavoro dei loro dipendenti. Questo vuol dire conoscere effettivamente i loro spostamenti, monitorare le loro entrate ed uscite e, addirittura, tenere d’occhio i lavoratori fuori sede. Tutto questo, ovviamente, senza correre mai il rischio di violare la loro privacy. Missione impossibile? Dipende, nel senso che persino certe operazioni fisicamente al di fuori della portata di chiunque (una su tutte, osservare chi si trova da un’altra parte), possono essere aggirate attraverso strumenti di analisi accurati. Grazie a questi sistemi di rilevazione presenze è possibile controllare davvero le presenze sul lavoro: un sistema efficace per non correre rischi ed evitare di trovarsi in situazioni sgradevoli, magari proprio con l’arrivo di una determinata scadenza e/o consegna.

LA RISPOSTA ARRIVA DALLA TECNOLOGIA 

Ebbene, come già anticipato, buona parte del lavoro consiste nel dotarsi di strumenti di rilevazione di presenza che siano efficaci e versatili, ovvero che possano venire utilizzati in diverse situazioni lavorative. Ad esempio la tecnologia TAG RFID (acronimo che arriva dall’inglese Radio Frequency IDentification e che può venire tradotto con Identificazione a Radiofrequenza): stiamo parlando di una tecnologia basata sulla propagazione di onde elettro-magnetiche nell’aria, che consente di rilevare automaticamente oggetti e/o persone, sia statici che in movimento. Per non parlare della possibilità di rilevare la durata delle singole attività svolte. L’RFID è composto tendenzialmente da due elementi: il primo si chiama TAG e consiste in un chip con una piccola antenna; il secondo è un’ulteriore antenna pensata per entrare in contatto col TAG di cui sopra. Esistono inoltre due grandi famiglie di tecnologie RFID, che vengono distinte in base alla sorgente energetica che alimenta il sistema: nel caso dell’RFID passiva i TAG ricevono energia direttamente dal sistema di lettura ed hanno però un’autonomia limitata che arriva ad un massimo di 10, 15 metri di distanza. Al contrario, nel caso dell’RFID attiva i TAG vivono di alimentazione propria, utilizzando ad esempio delle batterie: così facendo riescono ad essere più performanti sia dal punto di vista della durata che da quello della distanza (alcune famiglie di TAG arrivano a coprire fino a 500 metri). 

COME UTILIZZARE LA TECNOLOGIA TAG RFID 

Per utilizzare questa tecnologia basta infatti dotare i propri dipendenti di un dispositivo TAG RFID e chiedere loro di avvicinarlo ad un apposito lettore per registrare la propria presenza. Il sistema registrerà quindi il passaggio dei lavoratori all’entrata e all’uscita dall’azienda, con un’evidente massimizzazione dei risultati in termini di gestione e controllo delle risorse, oltre che un abbattimento dei costi: il TAG RFID infatti può essere un semplice badge di plastica, praticamente non soggetto all’usura. Inoltre la tecnologia permette di controllare anche eventuali lavoratori fuori sede: per farlo basterà infatti dotarli di lettori con modulo GPS, per potere così determinare la posizione dei propri dipendenti con una precisione quasi assoluta.

ALTRI STRUMENTI DI RILEVAZIONE DELLE PRESENZE SUL LAVORO 

Come già esposto, la tecnologia RFID sembra una risposta particolarmente efficace al problema del controllo delle presenze sul lavoro, ma certamente non è l’unica. Ogni datore di lavoro deve infatti calibrare il sistema più adatto sulla base delle proprie esigenze e magari per molti potrebbe essere sufficiente il classico timbra cartellini: un marcatempo fisso e resistente, che, per altro, può funzionare anche tramite tecnologia RFID. Allo stesso tempo, chi lavora con dipendenti fuorisede, potrebbe optare per dei marcatempo portatili e magari utilizzare applicazioni specifiche per smartphone che utilizzano sia la rete mobile che il già citato GPS.

Per maggiori informazioni: https://www.winit.it

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