Economia

Divario Nord-Sud, U.Di.Con.: “Uno strappo intollerabile, l’Italia è una e indivisibile”

UDICON

“Siamo di fronte ad un allarme sociale, perdonerete la forzatura nel commentare in questo modo i dati trasmessi dall’indagine di Bankitalia – scrive in una nota il Presidente Nazionale U.Di.Con. Denis Nesci – ma è necessario attirare l’attenzione su quanto appreso, sulla povertà che continua a colpire in maniera sempre più pesante il Centro-Sud del Paese, rimarcando ulteriormente la palese differenza con il Nord, per un’Italia che non sembra essere più una e indivisibile ma, di fatto, socialmente ed economicamente, ci troviamo davanti ad una nazione divisa per categorie, Serie A e Serie B – continua Nesci – un gap già incolmabile su temi fondanti come infrastrutture, sanità, servizi di assistenza e prevenzione, a cui si aggiungono le pochissime opportunità del mondo del lavoro per gli abitanti del meridione, lasciando impantanata una gran parte d’Italia in una palude irreversibile”.

Le disuguaglianze a livello sociale ed economico aumentano, a renderlo noto sono dati che arrivano direttamente da Bankitalia e preoccupano ulteriormente i cittadini del Centro-Sud Italia, già martoriati da una situazione incancrenita da ormai troppi anni, rispetto alla condizione del resto della Nazione.

“I consumatori del Centro-Sud Italia sono già vessati da problemi quotidiani che al Nord invece sono quasi completamente assenti. Dopo i dati trasmessi da Bankitalia, di fatto, abbiamo un attestato il quale ufficializza che il potere d’acquisto degli abitanti del meridione è ben diverso da quello del resto d’Italia – incalza Nesci – non è possibile che esistano cittadini messi in un angolo e tagliati fuori da un mercato globale che corre, lasciando indietro una parte d’Italia. Ci domandiamo ancora perché questa parte del paese nella sua massima espressione democratica abbia votato una parte politica che vuole dare un’immagine di cambiamento ed un segno di discontinuità? – conclude Nesci – La gente è stanca e vuole eliminare la ruggine che ormai è depositata da decenni negli ingranaggi Istituzionali che riguardano le politiche del meridione. Qualsiasi sia il futuro politico di questo Paese, noi chiediamo che ci si assuma la responsabilità di amministrarlo e di farlo puntando la lente d’ingrandimento su quella parte del Paese che oggi è in difficoltà, ma che potrebbe essere il motore principale di una crescita sociale ed economica per tutta l’Italia. Basta parole, ora servono i fatti”.

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