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Dott. Ennio Calabria - Short implant di ultima generazione: nuove prospettive

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“Mi occupo di implantologia da circa 30 anni e da 15 utilizzo esclusivamente impianti short, questo mi ha portato ad avere una serie di esperienze in studio e di riscontri difficilmente apprezzabili da chi di short ne fa un uso occasionale. A scopo di ricerca, ho notato che molto poco è stato scritto sull’argomento, e quel poco non è sufficiente a comprendere l’importanza di questo nuovo approccio terapeutico. Oggi sempre più articoli scientifici ribadiscono l’equivalenza in termini di predicibilità tra long e short implant. Ma soprattutto oggi si percorre decisamente in tutti gli ambiti medici, la strada della minima invasività. Ho cominciato 15 anni fa con delle intuizioni che ora si sono concretizzate ed ho  messo in pratica l’utilizzo sistematico degli short implant, del posizionamento sottocrestale e della conometria, quando ancora tutti questi concetti incontravano molta resistenza. E’ stato un viaggio solitario, una ricerca personale, ricerca che ha incuriosito alcune università italiane, alcune della quali stanno attivando un comitato etico sui nuovi short di cui mi occupo”.

 

Il testo pone all’ attenzione, come: andare verso la minima invasività, oggi non è solo una realtà medica, ma deve diventare una priorità odontoiatrica.

 

“Il futuro prossimo porterà nei nostri studi sempre meno pazienti con edentulia totale e sempre più pazienti con mancanza di denti o gruppi di denti; da ciò la considerazione che anche i carichi immediati, moda del momento, andranno decisamente a decrescere. - Sostiene ancora il dott. Ennio Calabria-. Fintanto che queste mancanze interessano settori in genere con osso sufficiente quali quelli anteriori, il problema non si pone, ma quando questo interessa i settori posteriori, ci si dovrà confrontare con osso di scarsa densità e spesso con altezza molto diminuita, e necessità, di conseguenza ad oggi, di intervenire con chirurgia avanzata e con più interventi e tempi di guarigione decisamente lunghi.

 

Il Volume è la risposta che personalmente credo di poter dare ad alcuni importanti quesiti che da sempre ruotano attorno alle procedure implantoprotesiche:

 

 1) il rapporto corona impianto non è un elemento determinante.

 2) gli impianti short si comportano allo stesso modo dei long implant ed al contrario di questi ultimi riducono la morbilità, le complicanze, i tempi ed i costi.

3) I materiali di riempimento anch’essi, a meno che non si parli di osso autologo, sono superati e possono portare a complicanze, potrebbero essere frammisti ad osso autologo ma in una percentuale che non supera il 25/30 %.

4) la procedura chirurgica semplice senza aggiunta di surrogati è la più predicibile.

5) il futuro della connessione è la conometria.

6) i plateaux hanno superato il concetto di spire e ci consentono di utilizzare non solo gli short da 5mm con carichi massimi, ma addirittura ultra short da 3mm, come vedremo in un lavoro futuro che spero poter sottoporre alla vostra attenzione 5)la stabilità primaria soprattutto nei sottocorticali non ha alcuna importanza.

 7) in futuro si potrà lavorare ai carichi immediati su short implant.

L’ultima foto del volume, illustra una situazione ordinaria dei tessuti perimplantari ottenuta predicibilmente con l’utilizzo dell’IM-Macon. Per ottenere gli stessi risultati a volte non è sufficiente essere dei bravi operatori, ma necessario integrare con chirurgia paradontale”.

Dott. Ennio Calabria

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