Piemonte

Protesta pro-Gaza al Salone. Lo scrittore israeliano Nevo: 'Momento tragico'

Manifestanti forzano i cancelli, la solidarietà di Zerocalcare

Manifestanti pro Gaza sfondano i cancelli al Salone del libro

Redazione Ansa

Le bandiere della Palestina e la protesta pro-Gaza sulla soglia del Lingotto, dentro le sale il valore della letteratura come strumento di speranza per il futuro anche in momenti drammatici come la guerra. La questione israelo-palestinese arriva al Salone del Libro nella giornata che vede tra gli ospiti Zerocalcare e Eshkol Nevo. "Non possiamo ignorare la protesta. Le persone che hanno a cuore la questione palestinese non possono non essere qui, uno spazio che parla di cultura e attualità non può chiudere gli occhi sulla Storia con la S maiuscola", dice il fumettista che ai cancelli, dove si sono registrati momenti di tensione, quando alcuni attivisti alla manifestazione pro Palestina 'Tutti gli occhi su Rafah' hanno provare ad entrare e sono stati respinti dalla polizia, porta la sua solidarietà ai manifestanti. Un gruppetto viene poi fatto entrare in delegazione all'interno del Salone, insieme all'autore di "Quando muori resta a me". Anche Nevo, presentando il suo ultimo libro Legàmi, non dimentica l'attualità e il ruolo che gli scrittori possono avere. "Probabilmente è il momento più triste e tragico della vita di Israele ma è anche il più significativo - dice l'autore israeliano - e noi scrittori capiamo che le storie possono essere salvezza, dare speranza. Ed è questo che ho fatto negli ultimi sei mesi".

Video Torino, manifestanti pro Gaza sfondano il cancello al Salone del Libro

Lo scrittore ricorda il suo ritorno in Israele dopo il 7 ottobre. "Quel giorno ero a Torino - racconta - e quando sono rientrato nel mio paese ho trovato non solo persone fisicamente ferite, ma tutti i miei amici, i miei studenti, le persone intorno a me erano traumatizzate. E mi sono chiesto cosa potessi fare, quale fosse il mio ruolo e ho deciso di dire sì a ogni richiesta che ricevevo". Nevo ha quindi continuato a fare quello che fa sempre, raccontare storie e insegnare ad altri a farlo, come a un gruppo di donne rimaste sole dopo l'attacco del 7 ottobre, che gli avevano chiesto di organizzare un laboratorio di scrittura. "Ho detto si - spiega - e ho visto come la scrittura può essere salvezza ed è quello che ho continuato a fare in questi mesi". Mesi in cui anche la percezione nei confronti del suo ultimo lavoro, la raccolta di racconti Legàmi, è cambiata. "È affascinante - riflette - vedere che le persone prima del 7 ottobre descrivevano il libro in un certo modo, dopo in modo diverso, dicendomi che mentre lo leggevano avevano sentito come se qualcuno li stesse abbracciando, dando una carezza. Le persone trovano nei libri quello che gli serve, questa è la magia della letteratura".

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