Piemonte

Arcivescovo Repole, 'cambiare la nostra presenza sul territorio'

"Modello attuale condanna a non trasmettere ricchezza Vangelo"

Redazione Ansa

(ANSA) - TORINO, 10 GIU - "Si tratta di muovere qualche passo concreto di cambiamento della nostra presenza sul territorio. Di modificare qualcosa di quel che può concorrere a tal fine. E di dare il via a qualche nuova iniziativa in questa direzione". Ad affermarlo è stato l'arcivescovo di Torino, monsignor Roberto Repole, a conclusione della riunione di ieri sera della comunità diocesana al centro congressi del Santo Volto a Torino.
    L'arcivescovo ha quindi tratteggiato "Le linee portanti e i criteri del ripensamento della presenza ecclesiale" e ha accennato ad alcune scelte operative - dettagliate in seguito dai vicari episcopali - sulla riorganizzazione e sulle nomine della Curia, sulla formazione e sulla nomina del direttore dell'Istituto per la formazione, infine sulla presenza ecclesiale sul territorio e sulle prime attuazioni nelle nomine riguardanti le parrocchie.
    "Dobbiamo prendere consapevolezza in modo lucido - ha premesso monsignor Repole - che mantenere semplicemente e stancamente il modello attuale significa condannarci a non essere più una presenza capace di trasmettere la ricchezza inesauribile e coinvolgente del Vangelo alle donne e agli uomini di oggi, tanti dei quali hanno una sete immensa di vita, di senso, di amore e di relazioni calde, in una parola, di Dio".
    L'arcivescovo ha dunque indicato "tre criteri di fondo: l'ascolto della Parola viva di Dio e la formazione; la centralità dell'Eucaristia nel giorno del Signore; la fraternità tra di noi, che si espande su tutti coloro che incontriamo". Ha chiesto di "mantenere vive le comunità laddove finora ci sono state parrocchie anche piccole", ma anche di allargare lo sguardo ad "alcune altre dimensioni vitali", dalle scuole ai luoghi di lavoro a quelli di cura, entrando poi nel merito dei compiti che consacrati e laici potrebbero assumere.
    La riunione è stata una tappa del percorso di ripensamento della presenza ecclesiale sul territorio diocesano avviato un anno fa da monsignor Repole per "ridisegnare il nostro modo di esistere, come Chiesa, sul territorio, al fine di continuare qui ed ora ad essere ciò che dobbiamo essere e ad offrire il Vangelo alle donne e agli uomini che incontriamo e lo desiderano".
    (ANSA).
   

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