(ANSA) - TORINO, 03 GIU - Dal mar Adriatico al Gran Sasso,
con un dislivello di 3.000 metri: è la grande area geografica
che con la varietà dei suoi ambienti e dei suoi climi crea le
condizioni affinché sulle colline maturino le uve per la docg
'Colline Teramane Montepulciano d'Abruzzo'. Un vino che da
vent'anni viene tutelato e promosso dal Consorzio, presieduto da
Enrico Cerulli Irelli, protagonista in questi giorni di un
mini-tour promozionale per la stampa di settore, con tappe a
Milano, Torino e Roma.
Del Consorzio fanno parte una trentina di aziende che
rappresentano il 90% della produzione: 600 mila bottiglie
all'anno, da una superficie complessiva di 172 ettari, destinate
per il 60% al mercato italiano e il 40% all'export, con una
tendenza alla crescita di quest'ultimo in virtù della riapertura
dei mercati esteri. Oltre il 70% delle aziende opera in regimi
di qualità certificata come il Biologico, la Lotta Integrata, la
Biodinamica.
Il disciplinare prevede come minimo una quota del 90% di
Montepulciano e ammette Sangiovese fino al 10%, ma - è stato
spiegato al ristorate Opera, che ha ospitato la tappa torinese -
la stragrande maggioranza dei produttori vinifica Montepulciano
in purezza. Normalmente si vendemmia fino a ottobre inoltrato
con una resa massima di 95 quintali a ettaro, contro i 140
quintali ammessi per il Montepulciano doc.
Il Colline Teramane docg viene imbottigliato nelle versioni
Giovane e Riserva: per la prima è previsto un periodo minimo di
invecchiamento obbligatorio di un anno, di cui almeno due mesi
di affinamento in bottiglia.
Nella versione Riserva il vino è sottoposto ad un periodo di
invecchiamento di almeno tre anni, di cui almeno uno in botti di
legno ed almeno due mesi di affinamento in bottiglia. (ANSA).
Colline Teramane, cresce l'export del Montepulciano docg
Mini tour promozionale in Italia, Consorzio festeggia 20 anni