Piemonte

Torino ricorda Emanuele Artom, no all'intolleranza

Disegni, "serve rinnovato impegno per giustizia e libertà"

Redazione Ansa

(ANSA) - TORINO, 23 MAR - Torino torna a riflettere sulla necessità dell'impegno e della responsabilità contro i fenomeni di intolleranza. Lo ha fatto questa mattina con la tradizionale marcia dei ragazzi delle scuole, organizzata dalla Comunità ebraica torinese e dalla Comunità di Sant'Egidio, in memoria di Emanuele Artom, giovane ebreo partigiano ucciso dai nazifascisti.
    "Il tema di questa edizione è la responsabilità civile - spiega il presidente della Comunità ebraica, Dario Disegni - perché serve un rinnovato e forte impegno della società in difesa di quei valori di giustizia e libertà per cui la migliore gioventù diede la vita. E lo è ancora di più oggi in cui vediamo nubi minacciose all'orizzonte e ci sono sono ancora venti forti di intolleranza". Riflessione a cui si unisce il sindaco, Stefano Lo Russo. "Oggi - dice - ci sono messaggi con un substrato pericoloso e dobbiamo dire con forza e coraggio che invece è la cultura che deve trionfare, ricordando che la libertà e la democrazia non sono acquisite per sempre. Occorre un intervento capillare e diffuso che serva a dare ai ragazzi gli strumenti per essere sentinelle dell'antirazzismo".
    "Oggi - aggiunge il vicepresidente del Consiglio regionale e presidente del Comitato Resistenza e Costituzione, Daniele Valle - ricordiamo un ragazzo normale che ha fatto una scelta da vero eroe. Spesso quando c'è da fare una scelta impegnativa, rischiosa è facile dire 'per me è difficile deve farla qualcun altro', ma quando la storia ci chiama, quando c'è qualcosa di importante per cui combattere e credere tocca a noi, perché se pensiamo che dovrebbe farlo qualcun altro il rischio è che non lo faccia nessuno", dice, evidenziando anche l'importanza di "studiare la storia ma anche studiare chi in quella storia era dalla parte del giusto chi dalla parte sbagliata". Anche per il presidente provinciale Anpi, Nino Boeti "oggi più che mai è impellente fare cultura", mentre il prefetto Raffaele Ruberto sottolinea che "purtroppo lo spettro delle discriminazioni è sempre dietro l'angolo, dobbiamo compiere ancora dei passi importanti di civiltà". (ANSA).
   

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