Piemonte

Br: Curcio indagato a Torino per la sparatoria a Cascina Spiotta

Sentito a Roma. Indagini riaperte con l'esposto del figlio del carabiniere d'Alfonso

Redazione Ansa

 Il nome di Renato Curcio, uno dei fondatori delle Brigate Rosse, è stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Torino in un'inchiesta sulla sparatoria alla cascina Spiotta, nell'Alessandrino, dove nel 1975 morirono la moglie, Mara Cagol, e un appuntato dei carabinieri, Giovanni d'Alfonso.
    La notizia, anticipata da 'Il Messaggero', è stata confermata in ambienti investigativi.

Curcio è stato interrogato a Roma alla presenza di un avvocato difensore. Le indagini, svolte dai carabinieri del Ros, sono state aperte dopo un esposto di Bruno D'Alfonso, figlio del militare ucciso.
   

Curcio ha risposto a tutte le domande, negando il suo coinvolgimento nell'omicidio di D'Alfonso, e ha anche chiesto agli inquirenti di chiarire le circostanze della morte della moglie. Questo, secondo quanto si è appreso, è stato il suo atteggiamento nel corso dell'interrogatorio che ha sostenuto, nella veste di indagato, davanti a un pm della procura di Torino e ad alcuni ufficiali di carabinieri del Ros.

Il caso è stato riaperto per accertare l'identità di un secondo brigatista presente sul luogo, che riuscì a fuggire. Curcio però ha anche fatto riferimento all'esito dei risultati dell'autopsia sulla donna, da cui risulta che sia stata trafitta da un proiettile sotto l'ascella: elemento che dimostrerebbe secondo Curcio come in quel momento si fosse già arresa e avesse le mani alzate. Gli inquirenti, sempre secondo quanto si apprende, avrebbero replicato che non trascureranno nessun aspetto della vicenda.

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