(ANSA) - TORINO, 07 DIC - "Sanguineti ha rivoluzionato la
lingua italiana. Io consiglierei di sottolineare questo nelle
scuole e nelle università, di farlo leggere molto perché ha
saputo innervare di una forza esplosiva la nostra lingua". Moni
Ovadia arriva a sorpresa alla presentazione della mostra che la
Gam di Torino dedica a Edoardo Sanguineti, poeta, regista,
romanziere, sceneggiatore, traduttore, critico, drammaturgo,
attore, autore teatrale, scrittore per musica, docente
universitario, politico, raffinato intellettuale. Lo ha invitato
il figlio di Edoardo Sanguineti, Federico, che a Ovadia, attore,
cantante e scrittore di origine bulgara, dà il merito di avere
detto "le uniche cose sensate" sul padre.
Ovadia è un uomo di teatro e alle parole alterna canzoni e
poesie. "Sanguineti ha compiuto un miracolo, credo che vada
valorizzato il suo contributo che è unico. Vorrei studiare il
suo prestigioso lessico e il modo in cui considera il lessico
perché c'è quasi un rovesciamento copernicano" sottolinea..
L'altro tema che gli sta a cuore è quello dei dialetti.
"Alcuni dei nostri più grandi poeti sono stati dialettali. Il
napoletano è stato dichiarato patrimonio immateriale
dell'Unesco, ma questo dovrebbe valere per tutti i dialetti,
anche il bergamasco, il milanese (basta leggere Carlo Porta), il
siciliano il calabrese, il veneziano, il triestino. Tutti hanno
caratteristiche straordinarie" dice Ovadia che propone anche la
creazione di "un comitato per la difesa del congiuntivo".
Federico Sanguineti, che ha curato con Clara Allasia la
mostra alla Gam, non ama parlare del padre. "Non avevo nessun
rapporto con lui, non mi ha lasciato nulla né dal punto di vista
materiale né da quello immateriale", taglia corto. Poi aggiunge:
"Ci sono delle lettere in cui c'era uno scambio tra due
intellettuali. 'da Edoardo a Federico', un rapporto alla pari su
tutto, letteratura, cinema, arte, ma non tra padre e figlio. Il
suo giudizio di me? Mi chiamava pittore spitturato".. (ANSA).
Moni Ovadia, Sanguineti ha rivoluzionato la lingua italiana
Il figlio Federico, mi chiamava 'pittore spitturato'