(ANSA) - TORINO, 08 NOV - Nell'ultimo anno la cassa
integrazione Covid e il blocco dei licenziamenti hanno
salvaguardato in media ogni mese, in Piemonte, 173.000
lavoratrici e lavoratori, ma oltre 50.000 persone, impiegate per
lo più con forme contrattuali precarie e a tempo determinato,
hanno perso il lavoro. Secondo i dati della Uil, in Piemonte, da
aprile 2020 a settembre 2021 sono state autorizzate oltre 530
milioni di ore di cassa integrazione. La regione è al quinto
posto per ore richieste, preceduta da Lombardia, Lazio, Veneto,
Emilia-Romagna.
"In un periodo molto critico dal punto di vista
sanitario, economico e sociale, la cassa integrazione con
causale Covid-19 e il blocco dei licenziamenti hanno garantito
la conservazione del posto di lavoro a un'ampia platea di
lavoratrici e lavoratori piemontesi", spiega il segretario
generale della Uil, Gianni Cortese. "Ѐ inconcepibile parlare
seriamente di ripresa senza raggiungere l'obiettivo di una
occupazione stabile e senza mettere in campo efficaci azioni
legate alle politiche attive. La rinascita del Piemonte sarà
possibile solo con investimenti adeguati, con la valorizzazione
del lavoro, la creazione di posti di qualità, politiche
formative efficaci, una gamma di ammortizzatori e misure di
sostegno al reddito adeguatamente riformati e applicabili a
tutti i settori. Diversamente, si continuerà a parlare di
crescita del Pil, peraltro ancora distante dai livelli precovid,
realizzato senza ricadute positive sull'occupazione, in
particolare giovanile". (ANSA).
Uil, 50.000 precari hanno perso lavoro da aprile 2020
Con 530 milioni ore di cig Covid salvate migliaia di posti