Piemonte

Stellantis: accordo su Polo Torino, la Fiom non firma

A Mirafiori centro per l'elettrificazione con 500 e Maserati

Redazione Ansa

di Amalia Angotti (ANSA) - TORINO, 26 OTT - E' di nuovo rottura tra i sindacati di Stellantis. La Fiom non ha firmato l'intesa con l'azienda sulla riorganizzazione del Polo produttivo di Torino. "Non firmiamo un accordo che sancisce la chiusura della Maserati di Grugliasco. A Torino non ci sono solo la Carrozzeria e la Maserati, ci sono settori come la Meccanica che produce i cambi, gli impiegati degli enti centrali e le presse e a cascata tutto l'indotto. Serve un piano generale che l'azienda non ha fornito.
    E' inaccettabile l'assenza del governo", spiegano Simone Marinelli, coordinatore auto Fiom nazionale ed Edi Lazzi, segretario Fiom Torino.
    "Nell'accordo - spiegano Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Quadri - si specifica che non ci saranno esuberi strutturali, con l'impegno aziendale a poter ricorrere solo a uscite volontarie e a ammortizzatori sociali conservativi. E' un accordo importante non solo per i lavoratori coinvolti ma per l'intera città di Torino".
    Il piano, presentato al Mise l'11 ottobre, prevede la nascita a Mirafiori dello Stellantis Turin Manufacturing District con un unico processo di produzione per diversi modelli Maserati, in grado di integrare piattaforme, modelli e sistemi di propulsione differenti. A Mirafiori saranno trasferite le attività della ex Bertone, oggi Agap - fabbrica che Fca aveva rilevato nel 2009 - e tutti i 1.100 dipendenti. L'intesa precisa che i modelli prodotti fra i due siti verranno tutti concentrati dal 2022 a Mirafiori, dove quindi si assembleranno la Fiat 500 elettrica, le Maserati Levante, Quattroporte, Ghibli e, a fine terzo trimestre 2022, Granturismo e Gran Cabrio. È previsto che la produzione di Grugliasco si fermi il 17 dicembre per riprendere a Mirafiori il 17 gennaio 2022, ma il rientro al lavoro comincerà sulla linea della 500 elettrica, su cui sarà attivato il secondo turno. La lastratura resterà invece a Grugliasco, ma cesserà entro il 2024. (ANSA).
   

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