Piemonte

Ultrà: sei condanne al processo Last Banner

Per le pressioni sulla Juventus. Anche sei assoluzioni

Redazione Ansa

(ANSA) - TORINO, 20 OTT - Sei condanne e sei assoluzioni hanno chiuso oggi in tribunale a Torino il processo Last Banner sulle pressioni esercitate dagli ultrà sulla Juventus. La più alta, 4 anni e 10 mesi, è stata inflitta a Dino Mocciola, indicato come il leader dei Drughi, per il quale la procura aveva chiesto oltre 13 anni di reclusione. Da una prima lettura del dispositivo si ricava che i giudici hanno in parte ridimensionato le tesi della pubblica accusa.
    Secondo la procura, nella stagione 2018-2019 la tifoseria organizzata bianconera esercitò pressioni illecite sulla Juventus per non perdere una serie di benefici e agevolazioni.
    I giudici hanno riqualificato molti dei capi d'accusa da estorsione a tentativo di estorsione.
    Per Domenico Scarano la condanna è a 3 anni e 3 mesi di reclusione; per Salvatore Cava 2 anni e 4 mesi; per Sergio Genre 2 anni e 6 mesi; per Umberto Toia un anno e sei mesi; per Giuseppe Franzo un anno e due mesi.
    La Juventus e alcuni dirigenti bianconeri che si sono costituiti parte civile hanno ottenuto il diritto a un risarcimento e a provvisionali che in totale ammontano a 53 mila euro.

   "Per la prima volta in Italia è stato riconosciuto il reato di associazione a delinquere ad un gruppo ultras, i Drughi Juve". Lo ha dichiarato Il pubblico ministero Chiara Maina dopo la lettura della sentenza al processo 'Last Banner'. "Siamo soddisfatti - ha aggiunto - perché ha retto l'impianto accusatorio". (ANSA)

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