Piemonte

Ballottaggio Torino, vince Lo Russo: 'Abbiamo fatto squadra'

Appendino si complimenta con lui. Damilano: 'Non hanno voluto cambiare'

Redazione Ansa

Torino torna ad essere il 'villaggio di Asterix' del centrosinistra. Con il 59,23% dei voti, il dem Stefano Lo Russo è il nuovo sindaco. Ha sconfitto Paolo Damilano, il candidato civico di Torino Bellissima sostenuto dal centrodestra, che fallisce la rimonta e non va oltre il 40,77% dei consensi. "Abbiamo davanti la sfida di far ripartire la città e la prima cosa sarà invitare tutte le energie a dare una mano ricreando il sistema Torino che, quando è capace di essere davvero sistema, le ha consentito di fare passi avanti", promette il primo cittadino eletto, che dovrà riconquistare i numerosi elettori rimasti a casa. L'affluenza ha infatti toccato un altro minimo storico, dopo quello di due settimane fa, fermandosi al 42,13%. "C'è una grande questione nazionale di disaffezione dei cittadini dalle istituzioni e Torino non fa eccezione. Il compito che dobbiamo darci è di riportare i torinesi ad avere fiducia nella loro amministrazione", è l'impegno di Lo Russo, festeggiato al suo comitato elettorale, tra gli altri, dagli ex sindaci Valentino Castellani, Sergio Chiamparino e Piero Fassino.

"Abbiamo impostato la campagna elettorale - aggiunge - con una sedia che simboleggiava anche fisicamente il tornare a mettersi in ascolto e dialogare, e vogliamo riproporre questo stile", aggiunge dedicando la vittoria a don Aldo Rabino, storico cappellano del Torino e suo padre spirituale, scomparso nel 2015, e annunciando per lunedì prossimo la nuova giunta, in maggioranza donne, per comporre la quale sceglierà "le persone migliori". Lo Russo ha già sentito Chiara Appendino che, messa da parte la rivalità di questi anni, nell'augurargli buon lavoro gli ha ribadito la disponibilità "a fare un passaggio di consegne il più velocemente possibile". Anche perché, osserva, "ho una scadenza", la nascita del secondo figlio Andrea, e "non vorrei essere in ospedale". Tra le tante telefonate, il sindaco eletto ha ricevuto anche quella dello sconfitto Damilano. Partito con grande anticipo sullo sfidante, e per mesi considerato in vantaggio, l'imprenditore spera ora che Lo Russo "si prenda cura di Torino nel momento più complicato della sua storia". E si rammarica per la scarsa partecipazione al voto. "Torino non ha avuto voglia di lottare per il cambiamento. La vera sconfitta è la politica, è il fatto che si sia una città che non ha voluto lottare. C'è grande disillusione nelle periferie e la pandemia ha accentuato ancora di più le problematiche, troppo spesso ci sono state promesse non mantenute", è l'analisi di Damilano, che non le manda a dire ai partiti della coalizione. "A livello locale li ho visti un po' pigri i risultati credo lo abbiano in parte dimostrato", sostiene aprendo un dibattito che la coalizione dovrà approfondire nelle prossime settimane. Proprio come il centrosinistra dovrà cercare di fare tesoro dell'unità ritrovata in questi mesi con Lo Russo. "Non è il momento della divisione ma quello dell'unità: questo sarà lo spirito con cui inizieremo questo mandato - assicura -. Lo scopo sarà ricostruire un sistema in grado di marciare unito nell'ottica di riportare Torino nel posto che merita in Italia e in Europa".

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