Piemonte

Ilaria Cucchi, le istituzioni si possono sfidare

Al Salone del Libro 'Stefano. Una lezione di giustizia'

Redazione Ansa

(ANSA) - TORINO, 15 OTT - "Non ho mai vissuto un solo momento in cui non fossi convinta di vincere. Le istituzioni si possono, si devono sfidare, se si è certi di stare dalla parte giusta. Allora la battaglia smette di essere personale e diventa una battaglia di civiltà, per il bene di tutti, e per le stesse istituzioni". Così Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, in occasione della presentazione al Salone del Libro di Torino del libro scritto a quattro mani con Andrea Franzoso 'Stefano. Una lezione di giustizia' uscito recentemente per Fabbri Editore.
    "Non è stato facile rendere pubblico un dolore così forte - ha aggiunto Ilaria Cucchi - riguardare tante volte le foto del corpo martoriato di Stefano. In genere davanti a tragedie simili una persona si chiude nel silenzio, ma sono contenta di averlo fatto nonostante tanti attacchi e insulti alla mia famiglia.
    L'ho sentito come un dovere perché fatti del genere non accadano più, o, più realisticamente, non vengano tenuti nascosti. Solo ieri nell'aula bunker del carcere di Rebibbia si è tenuta l'ennesima udienza del processo cosiddetto Cucchi ter, quella sui depistaggi. In un'aula vicina c'era un'udienza per il caso Regeni. Mi sono sporta per salutare i familiari, sono storie che hanno molti elementi in comune. Storie di ordinaria ingiustizia che è giusto, giustissimo che voi ragazzi conosciate".
    "Io sono stato nell'Arma per 10 anni e ne sono uscito col grado di capitato - ha aggiunto Franzoso, divulgatore di cultura civica, soprattutto nelle scuole - e posso dire che la maggior parte dei carabinieri e dei poliziotti che ho conosciuto sono ottime persone. Dipende sempre, soprattutto per i comandanti, se a spingerli nell'agire sia il senso di giustizia o la voglia di fare carriera. Per questi ultimi, i casi di cui si occupano sono numeri e vanno all'accumulo. Per alcuni di loro, Stefano fu un numero invece di un uomo in difficoltà come può essere un giovane che consuma droghe. Nascondere le ingiustizie all'interno delle istituzioni, promuovendo un clima di omertà diffuso, è un'altra ingiustizia. Abbiate il coraggio di non permetterlo nelle vostre vite, ricordandovi che il coraggio è contagioso". (ANSA).
   

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