(ANSA) - TORINO, 17 MAG - Le precarietà lavorative,
l'instabilità degli affetti, la solitudine. Un palazzo di Torino
- la Residenza Temporanea Luoghi Comuni San Salvario - diventa
un'unica finestra su mondi diversi e lontani, accomunati
dall'incertezza, dalla preoccupazione per il futuro, dal
rifugiarsi nel passato e negli affetti più intimi, per
fronteggiare la precarietà del presente. E' il documentario
"Tutti i nostri affanni" di Davide Crudetti e Paola Di Mitri,
che viene presentato in prima assoluta al pubblico in sala
mercoledì 18 maggio alle 19:30 al Cinema Massimo, a un anno
esatto dalla fine del primo lockdown, data simbolo di quella che
doveva essere la fine della pandemia.
Il film è stato girato da Zalab Film dal 9 marzo al 18 maggio
2020 durante il primo lockdown, quando a causa della pandemia il
governo ha ordinato l'isolamento obbligatorio a tutti i
cittadini. Durante questo periodo, gli abitanti di sette dei
venticinque appartamenti del progetto di social housing hanno
iniziato a raccontarsi, ognuno con la propria videocamera.
Protagonista è la Residenza Temporanea Luoghi Comuni San
Salvario, progetto di social housing realizzato dalla Fondazione
Compagnia di San Paolo, con la Fondazione Ufficio Pio. Il film
sarà introdotto dai registi, da Paolo Manera, direttore Film
Commission Torino Piemonte, da Elisa Saggiorato, responsabile
della Missione Abitare tra casa e territorio, Fondazione
Compagnia di San Paolo e da Mirella Violato - presidente
Cooperativa Sociale Atypica , responsabile del Progetto di
gestione sociale della Residenza Luoghi Comuni San Salvario.
(ANSA).
Cinema: Tutti i nostri affanni, un condominio in lockdown
Girato a Torino da abitanti di 7 appartamenti con videocamere