(ANSA) - TORINO, 22 APR - Li chiamano 'bambini farfalla', la
loro pelle talmente fragile che si riempie di continuo di
vesciche e piaghe. Paragonato a quello delle ustioni di terzo
grado, il dolore è solo una delle gravi conseguenze della
epidermolisi bollosa, malattia genetica che coinvolge tendini e
nervi, portando alla perdita dell'uso delle mani. Proprio come
accaduto a Gianfranco Parisi, oggi 39 anni, che ha ritrovato
l'uso di un arto grazie a una mano tridigitale mioelettrica a
comando vocale.
Ad applicare l'arto bionico è stata l'Officina Ortopedica
Maria Adelaide, azienda torinese tra le poche accreditate per
questo genere di attività. "Utilizzando strumenti commerciali
ormai di uso comune come Alexa - spiega Roberto Ariagno,
direttore dell'Officina - è possibile comandare con la voce
alcune app installate sullo smartphone. Partendo da questo
principio, abbiamo selezionato alcuni interruttori comandabili
via wi-fi e li abbiamo interfacciati con l'elettronica della
mano mioelettrica, sostituendo il segnale che, di norma, arriva
da un elettrodo posizionato sulla pelle, con quello
dell'interruttore. Quindi abbiamo installato un deviatore per
selezionare la modalità 'vocale' o un bottone che Gianfranco può
azionare con il dito dell'altra mano".
L'Asl di Torino ha contribuito a pagare quasi del tutto
l'innovativa protesi. "Sono emozionato - racconta Gianfranco -
E' stato bellissimo prendere di nuovo qualcosa con la mano
destra. Era un obiettivo importantissimo per me e non voglio
fermarmi: voglio al più presto una protesi anche per la mano
sinistra". (ANSA).
Mano a comando vocale, 'bimbo farfalla' può usarla di nuovo
Protesi restituisce la presa a un paziente con malattia rara